sabato 25 luglio 2009

BISOGNA RINFRESCARSI... E AL PIU' PRESTO!!!


Anch'io, come molti bloggers, ho deciso di concedermi una pausa estiva (di circa una settimana), che, oltre a permettermi di rilassare i nervi fisici e mentali, fungerà da occasione per riflettere su quanto conti questo blog per i suoi lettori...

...e allora vi lascio, augurandovi buone vacanze e dedicandomi questo bellissimo singolo dei Baustelle (interpretato insieme all'attrice Valeria Golino), "Piangi Roma", vincitrice del "Nastro D'Argento" 2009 e tratto dal film "Giulia non esce la sera" di Giuseppe Piccioni.

giovedì 23 luglio 2009

10.2 MAHIRO MAEDA'S FILMOGRAPHY

Di seguito la filmografia di Mahiro Maeda. Per comprenderla al meglio potete seguire questo specchietto:
"directors - collaborators, title, year production, time (kind - episodes)"
n.b. la "x" sta per "ignoto" e i "..." indicano continuità.
Per qualunque dubbio potete contattarmi, mediante commento.
  • Andy Jones, Peter Chung, Mahiro Maeda, Yoshiaki Kawajiri, Shinichirô Watanabe, Kôji Morimoto, Takeshi Koike, "The Animatrix", 2003, various (OAV - 9 ep.)
  • Hayao Miyazaki - Isao Takahata, Mahiro Maeda, "Laputa, il castello nel cielo", 1986, 124'-col. (movie)
  • Hayao Miyazaki - Hideaki Anno, Isao Takahata, Mahiro Maeda, "Nausicaa della Valle del Vento", 1984, 116'-col. (movie)
  • Hayao Miyazaki - Mahiro Maeda, Yoshifumi Kondô, "Porco Rosso", 1992, 93'-col. (movie)
  • Hideaki Anno - Mahiro Maeda, "Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion", 1997, 97'-col. (movie 2)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki - Mahiro Maeda, "Punta al Top! Gunbuster", 1988, 30' ep.-col. (OAV - 6 ep.)
  • Hiroshi Yamaguchi - Mahiro Maeda, "Gate Keepers 21", 2002, x (OAV - 6 ep.)
  • Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Le Ali di Honneamise", 1987, 125'-col. (movie)
  • Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Daicon films", 1981-1983, x (special)
  • Ichiro Itano - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Battle Royal High School", 1987, 60'-col. (OAV)
  • Isao Takahata - Hayao Miyazaki, Mahiro Maeda, Yoshifumi Kondô, "Gocce di memoria", 1991, 118'-col. (movie)
  • Junichi Sato - Mahiro Maeda, "Junkers come here", 1994, 100'-col. (movie)
  • Junichi Sato, Kazuhisa Takenouchi, … - Mahiro Maeda, "Il club della magia!", 1996, 30' ep.-col. (OAV - 6 ep.)
  • Kazuki Akane - Mahiro Maeda, Shinichiro Watanabe, "I cieli di Escaflowne", 1996, 25' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Keiichi Sugiyama - Mahiro Maeda, "Origin - Spirits of the Past", 2006, 94'-col. (movie)
  • Koichi Chigira - Mahiro Maeda, "Last Exile", 2003, 23' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Koichi Mashimo, Katsuyoshi Yatabe, Koji Sawai, … - Mahiro Maeda, "F motori in pista", 1988, x (TV - 31 ep.)
  • Mahiro Maeda, "Final Fantasy: Unlimited", 2001-2002, 30' ep.-col. (TV - 25 ep.)
  • Mahiro Maeda, "Il Conte di Montecristo", 2004-2005, 24' ep.-col. (TV - 24 ep.)
  • Mahiro Maeda, Masahiro Ozawa, Toru Fukushi, "Blue submarine No.6", 1998-2000, 30' ep.-col. (OAV - 6 ep._4+2 special)
  • Mahiro Maeda, Shinichirô Watanabe, Kôji Morimoto, … "Genius Party", 2007, various (movie - 13 ep.)
  • Mahiro Maeda, Yoshiyuki Sadamoto, "Route 20 - Galactic airport", 1991, 3'-col. (movie)
  • Shinichiro Watanabe, … - Mahiro Maeda, "Samurai Champloo", 2004, 23' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Shinya Sadamitsu - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Birth", 1984, 80'-col. (OAV)
  • Takeshi Mori - Mahiro Maeda, "Gunsmith Cats", 1995-1996, 30' ep.-col. (OAV - 3 ep.)
  • Takeshi Mori - Mahiro Maeda, "Vandread", 2000, 23' ep.-col. (TV 1 - 13 ep.)
  • Takeshi Mori - Mahiro Maeda, "Vandread: The second stage", 2001-2002, 23' ep.-col. (TV 2 - 13 ep.)
  • Yasuhiro Imagawa - Mahiro Maeda, "Giant Robot - Il giorno in cui la Terra si fermò", 1992, 40' ep.-col. (OAV - 7 ep.)

mercoledì 22 luglio 2009

10.1 MAHIRO MAEDA

Mahiro Maeda nasce a Tottori nel 1963. Fin da giovanissimo, a soli 21 anni, collabora con grandi registi del calibro di Hayao Miyazaki o di Isao Takahata, per la relizzazione di "Nausicaa della Valle del Vento", nel 1984, ma anche di "Laputa, il castello nel cielo", "Porco Rosso" e "Gocce di memoria".
Negli anni '90 partecipa allo sviluppo di diversi prodotti animati, fra i quali vanno ricordati "Neon Genesis Evangelion" del maestro Hideaki Anno, "Il club della magia!" e "I cieli di Escaflowne"; per poi entrare a far parte dello studio GONZO, dove finalmente vestirà la carica di regista: dirigendo dal 1998 al 2000 l'OAV di 4 episodi, "Blue submarine No.6" (uno dei miei "anime" preferiti di sempre) e dal 2001 al 2002 la serie TV di 25 episodi, "Final Fantasy: Unlimited", ispirata alla celebre saga di videogames.
Ma è l'anno seguente, il 2003, che fa di Mahiro Maeda il protagonista di due "anime" di grande successo: la serie steampunk "Last Exile" (dove lavora come produttore dei disegni) e l'OAV "The Animatrix" (suoi sono, infatti, il terzo e il quarto episodio, "The Second Renaissance Part I" e "The Second Renaissance Part II"); inoltre sempre nello stesso anno, Maeda viene chiamato dal regista americano Quentin Tarantino, per realizzare la parte animata contenuta nel film "Kill Bill vol. 1" che narra le origini del personaggio di O-Ren Ishii.
Tutto questo permetterà a Mahiro Maeda di fare il suo più che meritato ingresso nel panorama mondiale dell'animazione del Sol Levante, raggiungendo la fama tanto attesa nel 2005 con "Il Conte di Montecristo", serie TV di 24 episodi interamente diretta dall'ormai quarantacinquenne regista.

martedì 21 luglio 2009

JOY DIVISION

La nona pausa del lungo viaggio alla scoperta dell'animazione [vedi qui] riguarda gli immortali "Joy Division".

La storia dei Joy Division inizia come quella di decine e decine di altri gruppi nati in Inghilterra a cavallo dell'esplosione del punk. Inizia con tre ragazzi che mettono su un gruppo quasi senza nemmeno saper suonare. Terminerà lontanissimo da queste premesse, nel giro di neanche quattro anni. Terminerà nella leggenda, dunque tragicamente. Ma andiamo con ordine.
È il 9 dicembre del 1976 quando all'Electric Circus di Manchester tre ventenni - tutti originari della stessa città, conosciutisi sui banchi della Salford Grammar School - debuttano con la band da loro formata pochi mesi prima, gli Stiff Kittens. Sono Bernard Dicken (all'anagrafe Bernard Sumner, chitarra e voce), Peter Hook (basso e voce) e Terry Mason (batteria e voce).
La molla che spinse i tre ragazzi a formare una band fu, ovviamente, un concerto dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester - insieme ai Buzzcocks, leggenda della scena punk macuniana - il 20 luglio del 1976. Ad assistere allo stesso evento quella sera c'è anche un altro ventenne, che già da qualche tempo i tre hanno avuto modo di conoscere: Ian Kevin Curtis, nativo di Macclesfield, che fin da giovanissimo vive per due passioni: scrivere poesie e ascoltare musica rock (fan appassionato di Iggy Pop, David Bowie, Velvet Underground).
Stroncati dal magazine "Sound" all'indomani della loro esibizione all'Electric Circus, i tre Stiff Kittens vengono contattati da Curtis, che nei primi mesi del '77 entra a far parte del gruppo. Lui stesso da tempo cercava di mettere su una band, sulle orme degli amici Buzzcocks (il cui manager era lo stesso dei Kittens).
L'occasione di tornare sul palco capita il 27 maggio del 1977, sempre all'Electric Circus, stavolta come spalla proprio ai Buzzcocks. In quell'occasione il gruppo, senza Mason (che resta però in qualità di manager) e con Tony Tabac alla batteria, cambia nome in Warsaw (in omaggio a Bowie e al suo capolavoro "Warszawa", contenuto nell'album "Low"). Ancora una volta le critiche sono negative, ma è in seguito a quel concerto che i futuri Joy Division entrano in contatto con il principale animatore della scena musicale di Manchester in quegli anni, Martin Hannett (che in quel periodo ha appena prodotto l'Ep di debutto dei Buzzcocks), l'uomo che li aiuterà a diventare leggenda.
Rimpiazzato ben presto il batterista "provvisorio" Tabac con il ben più esperto Steven Brotherdale (batterista anche di un'altra punk-band cittadina, i Panik), i Warsaw entrano per la prima volta in studio nel luglio del 1977 per registrare i primi demo di brani come "The Drawback", "Warsaw" e "Leaders of Men" (questi ultimi due autentici classici della scena punk di Manchester). Demo che resteranno però tali, dato che rimarranno a lungo inediti. Appena dopo queste session, il batterista Steven Brotherdale lascia il gruppo (cercando per di più di convincere Ian Curtis a seguirlo nei Panik). Sembra l'ennesimo inconveniente che tarpa le ali al gruppo, e invece si rivela un vero colpo di fortuna quando al suo posto entra Stephen Morris, come Ian originario di Macclesfield, e la band trova finalmente l'alchimia che cercava, le cose iniziano a girare con naturalezza per il verso giusto. Nell'ottobre del '77 i Warsaw appaiono per la prima volta su disco con il brano "At A Later Date", registrato per una compilation in "memoria" dello storico locale Electric Circus, prossimo alla chiusura, e a dicembre registrano sull'Ep "An Ideal For Living" quattro dei loro pezzi più rappresentativi ("Warsaw", "No Love Lost", "Leaders Of Men" e "Failures"). I testi di Curtis iniziano a farsi sempre più desolati e introspettivi, l'energia punk inizia a diluirsi in atmosfere più rarefatte, lugubri e opprimenti. Si inizia a parlare dei Joy Division veri e propri. Il nome "Joy Division" (che designava nei lager le prigioniere destinate all'intrattenimento sessuale degli ufficiali nazisti) viene scelto dal gruppo nel gennaio del 1978, per non creare confusione, con la band londinese chiamata "Warsaw Pakt", che aveva appena inciso un disco; Ian Curtis lo aveva scovato in un romanzo, intitolato "The House Of Dolls", al quale si era ispirato anche per le parole di "No Love Lost".
Il nome del gruppo, unito alla grafica di copertina dell'Ep appena pubblicato (opera di Bernard Sumner) e al look adottato dalla band, porta ovviamente le solite, insulse, accuse di filo-nazismo da parte della stampa "ufficiale" inglese (che, dopo la svastica dei Sex Pistols, non aspetta altro per fare a pezzi un gruppo).
Molto più serie di queste ridicole polemiche sono le prime esibizioni come "Joy Division", la prima in assoluto si tiene il 25 gennaio del 1978 al Pips Disco di Manchester, la performance nel programma televisivo "Granada Reports", condotto da Tony Wilson, e la possibilità offerta dalla Rca di incidere in studio il primo album grazie al produttore John Anderson. Le session si svolgono nel maggio 1978 e la tracklist definitiva includeva i classici del repertorio Warsaw più brani nuovi (tra i quali "Transmission" e "Shadowplay"), ma il mixaggio finale di Anderson lascia insoddisfatta la band. Il disco comunque non vedrà mai la luce: oltre al lavoro di Anderson, la band non si sente adeguatamente supportata dalla Rca, che di colpo sembra aver perso interesse nel progetto. Non se ne fa più nulla: il debut album dei Joy Division diventa un disco "fantasma", e solo nel 1994 verrà pubblicato in una compilation semi-ufficiale (ma sarebbe meglio chiamarlo per quello che è: un bootleg) che include anche i primi demo dei Warsaw. Ancora sfortuna, ma l'appuntamento con il meritato successo è solo rimandato.
È grazie a Tony Wilson, che in settembre li ospita nuovamente nel suo show televisivo, che i Joy Division trovano una label seriamente interessata alla loro musica: Wilson infatti ha appena fondato la Factory Records ("Factory" era il nome delle serate organizzate dallo stesso Wilson ogni venerdì sera nel Russell Club di Manchester: a una di queste serate i Joy Division parteciparono e collaborarono per la prima volta con il designer Peter Saville, che realizzò il loro manifesto promozionale). "A Factory Sample", compilation per il lancio della neonata label, vede due brani dei Joy Division: "Digital" e "Glass". Musicalmente ancora piuttosto legati a stilemi punk, ma sono due pezzi importantissimi perché segnano la nascita della vera e propria "simbiosi" del gruppo con il produttore Martin Hannett. Il "suo" sound unito alla propensione sempre più accentuata del gruppo verso atmosfere "dark" diventa un marchio inconfondibile: quello dei Joy Division diventa il prototipo, il riferimento obbiligato per il "post punk", coniando un suono gelido, geometrico, che sembra rimbombare nel vuoto, scandito dagli echi della chitarra e da ritmi semplici e pulsanti (e la sezione ritmica composta da Hook e Morris è forse quella che più di tutti ha saputo fare della semplicità la propria forza). Il lancio della band fuori dagli angusti confini della scena cittadina è però prematuro: il concerto londinese del dicembre 1978 è infatti un disastro, con pochissimi spettatori e i quattro totalmente spaesati e fuori forma. Curtis, inoltre, è colpito da un violento attacco convulsivo dopo il concerto. Il vocalist e paroliere del gruppo è malato di epilessia (quello che lui stesso chiamava nei suoi diari giovanili "il grande male") e grazie al Nme, che nel gennaio '79 mette Curtis in copertina, il pubblico capisce come le mosse frenetiche con cui Ian accompagnava le performance sul palco fossero non un ballo, ma un modo del cantante di esorcizzare il suo "grande male". Nonostante il tonfo londinese, comunque, l'attenzione intorno alla band comincia finalmente a crescere, il loro nome circola, il singolo "She's Lost Control" viene registrato a fine gennaio e inizia a circolare in radio grazie al leggendario dj della Bbc John Peel, che a febbraio ospita i Joy Division per la prima delle loro "Peel Sessions".
L'ufficializzazione dello status di cult-band della nascente scena "dark" avviene il 4 marzo 1979 quando al Marquee, storico locale londinese, i Joy Division suonano insieme ai Cure.
Sembra fatta; anche le sfortune, come la malattia di Ian, si tramutano in utile pubblicità, è il momento giusto per incidere finalmente il debut album. Negli Strawberry Studios di Stockport vengono registrate alcune canzoni (il singolo "She's Lost Control", ma anche pezzi leggendari come "Disorder", forte di un testo struggente e di uno degli "attacchi" più incisivi e suggestivi che si possano ricordare). Martin Hannett alla produzione a esaltare ogni singolo giro prodotto da Sumner e da Hook, la batteria di Morris che incalza con geometrica precisione, il canto robotico e al tempo stesso vibrante di Curtis. Completa il tutto la grafica spoglia e criptica di Peter Saville, che realizza per l'occasione una delle più famose copertine della storia del rock.
"Unknown Pleasures", il primo album dei Joy Division, esce nel giugno del 1979. Le radici punk del gruppo sono dilatate in dieci canzoni che formano un unico, compatto, vortice di emozioni forti e incubi angosciosi. "Disorder", "Day Of The Lords" e "New Dawn Fades" sono composizioni che sembrano materializzarsi dal nulla, e le parole di Ian Curtis si insinuano come un liquido velenoso nelle geometrie perfette della loro musica. Parole che dipingono una tragedia esistenziale senza precedenti, eppure l'enfasi melodrammatica è qualcosa di assolutamente estraneo alla musica dei Joy Division e ai testi di Curtis. Gelida è la loro musica, gelida è la voce che canta parole che esprimono la più totale solitudine, parole annichilite dalla paura e dalla sfiducia verso tutto e tutti. Ma senza mai piangersi addosso: Curtis semplicemente accetta la propria totale sconfitta come qualcosa di perfettamente logico, normale, naturale e per questo le sue parole esprimono una forza interiore devastante. È questa che dona alle canzoni dei Joy Division la capacità di abbattere totalmente le difese emozionali di chi ascolta.
La musica si limita a esprimere tutto questo con la stessa, gelida "distanza" emotiva. La portata epocale di questo album è espressa tutta in questo gioco di emozioni raggelate, quasi annullate, eppure realmente sconvolgenti. L'equilibrio raggiunto dalla formazione ha del miracoloso, e la produzione di Hannett ne esalta ogni singolo aspetto. Nessuno dei quattro prevarica mai l'altro, tutto è esattamente dove deve essere. L'album riceve finalmente critiche positive e le vendite sono più che soddisfacenti, considerando le limitatissime possibilità di una label piccola e praticamente neonata come la Factory. Ma soprattutto il disco conferisce al gruppo lo status di vera e propria cult-band. Da qui in avanti l'attività dei Joy Division si fa sempre più intensa e frenetica, e già i primi singoli che seguono l'Lp si pongono come autentici capolavori: prima (luglio '79) la memorabile "Transmission", danza incalzante e irresistibile, e poi (ottobre '79) l'apoteosi di "Atmosphere" e della sua b-side "Dead Souls": tanto celestiale e suggestiva la prima (semplicemente una delle canzoni più disarmanti e poetiche, più belle e tristi di sempre), quanto minacciosa e disturbante la seconda (entrambi i pezzi sono autentici show personali del chitarrista/tastierista Bernard Sumner), rifatta dai Nine Inch Nails nel 1994, in una cover rischiosissima e molto riuscita.
Un tour insieme ai concittadini e amici di sempre, i Buzzcocks, riscuote grande successo, come pure le due date consecutive dell'ottobre 1979 all'Apollo Theatre di Manchester, poi immortalate nel video-documento "Here Are The Young Men". Di novembre è invece la seconda "Peel Session". Un successo crescente che permette al gruppo di uscire finalmente dalla Gran Bretagna: il 1980 si apre infatti con un tour nordeuropeo (tra cui il famoso concerto al "Paradiso" di Amsterdam). Attività live intensa e scandita da consensi di pubblico e critica, che mina però la salute di Ian Curtis, che oltretutto in quel periodo vede andare in crisi il suo rapporto con la moglie Deborah Woodruffe, una crisi che ispira a Curtis un altro brano immortale: "Love Will Tear Us Apart". Il difficile stato psicologico e fisico del cantante, la sua depressione crescente si riflette sui testi e sulle atmosfere del nuovo album, che nel marzo del 1980 la band si appresta a registrare ai Britannia Row Studios di Londra, sempre insieme a Martin Hannett.
"Closer" è il titolo dell'album. Per la copertina la band sceglie una fotografia scattata da Peter Saville nel cimitero monumentale di Staglieno, in Liguria: i testi di Ian Curtis compongono un mosaico agghiacciante dei fantasmi che imprigionavano la sua mente. La musica si fa sempre più lugubre, dalla minacciosa apertura a ritmo tribale di "Atrocity Exhibition" fino alla conclusiva "Decades". Curtis osserva e riflette, mette a nudo i suoi pensieri con una schiettezza tanto più raggelante perché tutto, dalla sua voce alla musica, è ancora più distante, rallentato e lineare che nel precedente album. Sono canzoni "assolute", sono canzoni che compongono un viaggio senza ritorno, canzoni che dietro la loro calma apparente nascondono una sofferenza psicologica insopportabile. È la sofferenza di Ian Curtis, e il modo in cui riesce a mettere in parole una tale sofferenza è realmente commovente: Curtis non interpreta canzoni, Curtis si confessa con il cuore in mano, racconta ai suoi ascoltatori che cosa ha in mente di fare e i motivi che lo spingono a farlo. Curtis rende perfettamente comprensibile il suo tormento, rende "universale" la sua disperazione, ci lascia soli davanti alla sua enorme forza interiore, quella forza che riusciva a esprimere solo attraverso la sua arte. Ian Curtis mette in scena il suo epitaffio, con tanto di marcia funebre ("The Eternal") e parla con la serenità di chi ha già preso la sua decisione, anzi di chi ha già messo in atto la sua decisione. Osserva e riflette, osserva sé stesso e gli altri, osserva la sua incompatibilità con la vita, osserva la sua totale sconfitta. Osserva e riflette, e trae la conclusione che per lui è più logica e naturale. E i suoi compagni lo assecondano con una compostezza che fa male al cuore per quanto è perfetta. La perfezione di "Heart And Soul" e "The Eternal", di "A Means To An End", di "Passover" e di "24 hours". "Heart and soul, one will burn" e "This is the crisis I knew had to come, destroying the bilance I'd kept", dice Ian Curtis.
E, a un passo dalla consacrazione (si preparava un tour americano, si trattava per un contratto con una major come la Warner), Ian getta la spugna: a inizio aprile tre concerti londinesi di fila sono troppo per le sue condizioni di salute, e nel terzo di questi concerti il cantante ha una crisi epilettica sul palco. Il 7 aprile, il giorno prima di un altro concerto è messo ko da una overdose, e nonostante tutto la sera dopo sale sul palco. Ma non si può andare avanti così e la band è costretta a prendersi una pausa per consentire a Ian di ristabilirsi: nel frattempo girano il video di "Love Will Tear Us Apart" e il 2 maggio suonano a Birmingham un live (poi pubblicato col titolo "Still"), contenente un brano inedito, "Ceremony".
Ma Ian non ha la minima intenzione di ristabilirsi: il 20 maggio la band avrebbe iniziato il suo tour americano; il 18 maggio Ian Curtis si suicida impiccandosi nella sua casa di Macclesfield, a 24 anni non ancora compiuti. Sin dall'inizio della loro avventura, i quattro Joy Division avevano stipulato tra di loro un tacito accordo: se uno di loro avesse abbandonato la band, gli altri non dovevano più chiamarsi Joy Division, ma "New Order". Evidente come ognuno dei quattro fosse fondamentale, come se la loro fosse una autentica "unione che fa la forza", una alchimia irripetibile. E all'indomani della sua morte i tre compagni di Ian rispettano l'accordo e nel 1981 pubblicano come New Order, "Movement", ma è giusto parlarne come del terzo disco dei Joy Division. Prodotto da Hannett, vede un uso più marcato dei sintetizzatori e delle tastiere (sarà questa la strada scelta dai New Order già dal disco successivo, che li porterà a diventare uno dei gruppi-simbolo del synth-pop, riscuotendo un grande successo). Alla voce, Sumner e Hook sembrano voler tentare di evocare il fantasma di Ian. Le musiche sono quelle dei Joy Division, le atmosfere sono quelle dei Joy Division, se possibile ancora più spettrali. Il disco è come bloccato, e volutamente, perché manca Ian, perché si tratta di una perdita irreparabile, perché i tre ex Joy Division sanno bene che il "nuovo ordine" deve ripartire dalle ceneri del vecchio. E "Movement" fa parte a tutti gli effetti della storia dei Joy Division perché è l'estremo saluto a Ian Curtis, il modo scelto dai loro compagni di congedarsi dalla sua memoria, per poter voltare pagina e continuare su una strada diversa, giustamente diversa, senza di lui. Ma la storia dei Joy Division finisce qui.

di Mauro Roma

Discografia:

EP
1978 - An Ideal for Living (Enigma Records)

Albums
1979 - Unknown Pleasures (Factory)
1980 - Closer (Factory)

Compilations
1980 - Still (inediti studio/live) (Factory)
1988 - Substance (compilation) (Factory)
1990 - The Peel Sessions (Strange Fruit)

Singles
1980 - Love Will Tear Us Apart (Factory)
1980 - Atmosphere (Factory)
1979 - Transmission (Factory)

Da segnalare il film "Control" del 2007 di Anton Corbijn, che narra la vita del leader dei Joy Division, Ian Curtis, interpretato dall'attore Sam Riley; a cui si deve una lode per avermi fatto conoscere il grande Ian e la sua band.

lunedì 20 luglio 2009

9.8 LE SITUAZIONI DI LUI E LEI

"Le situazioni di lui & lei" ["Kareshi Kanojo no Jijou"] è una serie televisiva di 26 episodi, del 1998, diretta dal maestro Anno e dal suo più volte collaboratore Kazuya Tsurumaki.
L'"anime" è tratto dall'omonimo manga shōjo (per ragazze) di Masami Tsuda e parla di Lei, Yukino Miyazawa, una studentessa modello, molto carina, educata e sopratutto bravissima negli studi; cosa che porta l'invidia di molte sue colleghe, che al tempo stesso la ammirano. Lui, Soichiro Arima, è un ragazzo umile e silenzioso, ma bravissimo e brillante negli studi quanto Lei. In reltà Yukino Miyazawa è una ragazza molto ambiziosa e narcisista: adora essere considerata la "prima della scuola", in quanto la sua intelligenza e la sua bravura negli studi è diventata ormai molto popolare all'interno dell'istituto, pertanto vede in Soichiro Arima un suo potenziale nemico, che potrebbe offuscare la sua fama. Tenta quindi in tutti i modi di umiliarlo con il risultato degli esami di metà trimestre. Lui, Soichiro Arima, però, da ragazzo umile qual'è, non si cura di questo e continua a complimentarsi con Lei per la buona riuscita dei suoi esami. Un giorno Lui incontrò Lei in vesti extrascolastiche, cioè senza lenti a contatto, con due grosse paia di occhiali e con un caratteraccio tale da far dimenticare tutta la parvenza di ragazza modello educata e di buone maniere. La ragazza si vergogna e chiede a Lui di non riferire a nessuno di quell'incontro, Soichiro Arima, invece, gli chiede in cambio di poter essere aiutato nei suoi vari lavori extrascolastici. In questo modo i due ragazzi iniziano a frequentarsi sempre più spesso e sopratutto a conoscersi meglio, infatti anche Lui non è in realtà quel ragazzo umile e di poche parole che sembra. Fra loro inizia a nascere una forte complicità e intesa, che li porterà ad innamorarsi e a superare insieme le varie difficoltà che incontreranno sia in ambito universitario che nella loro vita familiare.

Le situazioni di lui & lei (TV)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki
screenplay: Hideaki Anno
year pr.: 1998-1999
time: 24' ep.-col.
episodes: 26







trama from Cartoni online

domenica 19 luglio 2009

9.7 NEON GENESIS EVANGELION

"Neon Genesis Evangelion" ["Shin Seiki Evangelion"] è considerato uno dei migliori "anime" di sempre. La saga di questo Kolossal nipponico comprende una serie televisiva di 26 episodi, datata 1995-1996; sei movies: "Death & Rebirth", "The End of Evangelion" e la tetralogia "Rebuild of Evangelion"; un live-action movie, in fase di relizzazione; e tre manga, che, eccetto il primo del 1995 uscito in contemporanea con la serie, non sono altro che semplici spin-off.
L'intero progetto è frutto della mente del grande maestro Hideaki Anno, che questa volta si è superato, dando vita ad una storia che non ha più saputo controllare per la sua enormità.
L'"anime", tecnicamente stupefacente (basti pensare agli imponenti mecha) e stilisticamente cabalistico, ha davvero appassionato milioni di individui (primo fra tutti il sottoscritto) fin dalla sigla iniziale del primo episodio della serie, semplicemente fantastica.
Ancora oggi Anno sta riproponendo l'originale serie (per altro una delle prime ad aver trattato profondamente l'introspezione psicologica dei personaggi), mediante la tetralogia "Rebuild of Evangelion", comprendente due film (già proiettati in Giappone) che riassumono e reinterpretano la saga ed altri due (ancora in fase di relizzazione) che proporranno un nuovo finale.

Nell'anno 2000 un gigantesco cataclisma sconvolge la Terra: un'enorme esplosione avviene nell'Antartide, provocandone la disgregazione e lo scioglimento. Le fonti ufficiali delle Nazioni Unite parlano dell'improvviso impatto di un meteorite di notevoli dimensioni, ma questo passa in secondo piano rispetto alle conseguenze della catastrofe, e cioè l'innalzamento dei mari, lo sconvolgimento climatico (dovuto anche ad una leggera modifica dell'inclinazione dell'asse terrestre) e le guerre scoppiate fra le nazioni per accaparrarsi i territori rimanenti. Ne consegue che la popolazione viene decimata scendendo a tre miliardi di individui; l'umanità si trova ora dinanzi il difficile obiettivo di ricominciare da capo e ricostruire la propria civiltà gravemente danneggiata. Nella memoria di tutti, a ogni modo, il cataclisma rimarrà per sempre conosciuto come "Second Impact".
Anno 2015: l'equilibrio climatico si sta gradualmente riassestando e le nazioni del mondo stanno lentamente ricostruendo ciò che avevano perduto. Shinji Ikari, un introverso e chiuso quattordicenne giapponese che vive fin da tenera età con un tutore, riceve all'improvviso un messaggio dal padre, da cui venne abbandonato molti anni prima, che lo invita a recarsi nella città di Neo-Tokyo 3, presso l'agenzia speciale NERV, dove lui lavora. Inizialmente titubante, il giovane Shinji raccoglie il proprio coraggio e decide di reincontrare il padre dopo tanti anni. Tuttavia una volta giunto a Neo-Tokyo 3, mentre attende l'arrivo di Misato Katsuragi, colei che dovrebbe raccoglierlo e condurlo dal genitore, scopre che una gigantesca e mostruosa creatura ha fatto la sua comparsa nella città evacuata. L'esercito di auto-difesa giapponese non ottiene alcun risultato negli attacchi sferrati contro la creatura, identificata come "angelo". Misato, con la sua auto, riesce a recuperare in tempo Shinji per condurlo alla base segreta della NERV, dove il ragazzo scopre la verità, cioè che suo padre è il comandante in capo dell'agenzia e che lui è stato chiamato per pilotare quella che sembra essere l'unica speranza del genere umano contro gli "angeli": la macchina multi-funzione umanoide Evangelion, modello 01 (EVA-01); poiché il pilota dell'unità di prova EVA-00, la giovane Rei Ayanami, è infortunata gravemente. Per Shinji si presenta così una dura prova, chiamato improvvisamente dal padre, che lo aveva abbandonato e che non vede da molti anni, unicamente per guidare un gigantesco essere robotico contro un misterioso nemico sconosciuto contro cui le armi convenzionali si sono rivelate inefficaci; e attorno a lui si dipaneranno gli intrecci fra le relazioni degli altri personaggi e i dubbi su cosa sono in realtà gli "angeli", sul perché hanno attaccato la Terra, sulla verità riguardo gli EVA e sui misteri intorno alla NERV e alla SEELE.

Neon Genesis Evangelion (TV)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, ...
script, storyboard, music, mecha design, key animation, music producer: Hideaki Anno
year pr.: 1995-1996
time: 25' ep.-col.
episodes: 26






Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth (movie 1)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki
scenario, screenplay, mechanical design, design director, executive director: Hideaki Anno
year pr.: 1997
time: 139'-col.







Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion (movie 2)
director, screenplay, storyboard, music, mechanical design, continuity, design director, original picture, set-up design: Hideaki Anno
original picture: Mahiro Maeda
year pr.: 1997
time: 97'-col.



Evangelion: 1.0 You Are [Not] Alone (movie 1)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki
screenplay, original creator, key animation: Hideaki Anno
year pr.: 2007
time: 110'-col.








Evangelion: 2.0 You Can [Not] Advance (movie 2)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki
script, storyboard, design work, key animation: Hideaki Anno
design work, key animation: Mahiro Maeda
year pr.: 2009
time: 108'-col.

sabato 18 luglio 2009

9.6 IL MISTERO DELLA PIETRA AZZURRA

"Il mistero della pietra azzurra" ["Fushigi no Umi no Nadia"] è una serie televisiva di 39 episodi, diretta dal maestro Hideaki Anno e da Shinji Higuchi.
L'"anime" è liberamente basato su diversi romanzi di Jules Verne, in particolare "Ventimila leghe sotto i mari" ma anche "Cinque settimane in pallone" e "L'isola misteriosa"; tuttavia il progetto è, in modo abbastanza evidente, una riformulazione di "Laputa, il castello nel cielo" di Hayao Miyazaki, che risulta, quindi, autore dell'original concept.
Inoltre la serie TV ha avuto un seguito: "Nadia e il mistero di Fuzzy", movie diretto da Sho Aono nel 1990, ben differente dall'opera anniana per qualità grafica e narrativa.

Il mistero della pietra azzurra (TV)
directors: Hideaki Anno, Shinji Higuchi
storyboard, mecha design: Hideaki Anno
original concept: Hayao Miyazaki
year pr.: 1989-1990
time: 25' ep.-col.
episodes: 39







Nel 1889, Nadia, una ragazza orfana dalla pelle scura che lavora come acrobata in un circo di Parigi, incontra Jean, coetaneo e geniale inventore, che si innamora a prima vista di lei. I due si trovano subito nei guai a causa del ciondolo che Nadia porta appeso al collo, una pietra azzurra, della quale tre "cattivi" piuttosto comici (Grandis, Hanson e Sanson) vogliono impossessarsi. Nel tentativo di fuggire dai tre ladri, i due giovani dapprima naufragheranno nell'Oceano Atlantico a causa di un guasto all'aereo costruito da Jean; verranno poi ripescati da una nave da guerra, ma, nuovamente in mezzo al mare, saranno tratti in salvo da un ipertecnologico sottomarino, il Nautilus, il cui equipaggio è comandato dal misterioso capitano Nemo, possessore di un'altra pietra azzurra. Jean e Nadia ripartiranno dopo che l'equipaggio del sottomarino avrà riparato l'aereo, ma precipiteranno in un'isola, che si rivelerà essere base segreta dell'organizzazione di Neo-Atlantide, capeggiata da Gargoyle, che uccide senza pietà chiunque tenti di fuggire. Qui Nadia e Jean incontreranno la piccola Marie. I tre ragazzi (e i tre figuri che volevano rubare la pietra, anch'essi persisi nell'isola) saranno salvati nuovamente dal Nautilus. Da quel momento in poi Nadia e Jean, assieme all'equipaggio del sottomarino, a Grandis, Hanson e Sanson (passati definitivamente dalla parte dei "buoni"), affronteranno molte situazioni rischiose, prima di giungere alla battaglia finale contro Gargoyle.

Nadia e il mistero di Fuzzy (movie)
director: Sho Aono
year pr.: 1990
time: 85'-col.










Cosa ne è stato di Nadia e Jean dopo aver risolto il mistero di Atlantide?
Jean si è ritirato nella sua solita vecchia casa per dedicarsi alla sua passione, costruire invenzioni; Nadia invece vive in Inghilterra, in quanto ha l'ambizione di diventare una giornalista. Purtroppo il suo capo, per quanto cortese, non sembra disposto a lasciarle una vera possibilità, specie in questo periodo particolarmente ricco di fatti interessanti, in cui sembra che molti personaggi illustri abbiano la strana coincidenza di svanire davanti agli occhi dei presenti sottoforma di vapore. Alla prima occasione, questo non potrà non stuzzicare l'animo competitivo della nostra ragazza; ma anche Jean avrà il suo da fare: ha trovato una graziosa e fragile ragazza di nome Fuzzy svenuta sugli scogli. Le cose saranno collegate? E che piega prenderanno gli avvenimenti?

venerdì 17 luglio 2009

9.5 PUNTA AL TOP

Si dice che un "anime" su tutti sia responsabile della nascita di "Neon Genesis Evangelion"; quest'"anime" è "Punta al Top! Gunbuster", un prodotto Gainax del 1988, che vede Hideaki Anno come protagonista della regia e delle animazioni. La serie OAV di "Top O Nerae! Gunbuster" (questo il suo titolo originale), composta da 6 episodi, ha poi avuto un seguito, nel 2004, con "Punta al Top 2! Diebuster" ["Top wo Nerae 2!"], dello stesso formato (6 ep. OAV), diretto da Kazuya Tsurumaki (co-director del precedente Gunbuster) con la presenza del maestro Anno.
L'immortale Evangelion ha certamente ereditato alcuni temi dal suo predecessore spirituale Gunbuster, come la presenza di kolossali mecha (gli EVA) o del protagonista Shinji Ikari, uno studente liceale come Noriko Takaya, protagonista di "Punta al Top!".

Punta al Top! Gunbuster (OAV)
directors: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki
screenplay, storyboard, animation, planning, sound effects: Hideaki Anno
mecha design, animation, illustrator: Mahiro Maeda
year pr.: 1988
time: 30' ep.-col.
episodes: 6





Nel futuro prossimo, una razza di alieni giganteschi dalle sembianze biologiche (a metà fra vegetali ed insetti) viene individuata pericolosamente vicino al Sistema solare. Nel monitorare i loro progressi, gli umani intuiscono che la loro intenzione è quella di distruggere la razza umana esattamente come il sistema immunitario si disfa dei batteri nocivi; l'intuizione viene confermata dall'aggressività degli alieni, dalla distruzione di una stella simile al Sole (sfruttata dagli alieni come nido di cova) e dal loro progressivo avvicinarsi al pianeta Terra. L'umanità è quindi costretta a rispondere con l'attacco. Per l'occasione vengono coinvolte tutte le risorse terrestri, al fine di creare una flotta di astronavi da combattimento, e dei robot guerrieri giganti. Questi ultimi saranno pilotati dai migliori adolescenti del pianeta, convocati dalle apposite scuole di allenamento sparse per tutto il mondo.
La storia comincia nell'anno 2015, non molto dopo la prima battaglia contro gli alieni, e si concentra sulle vicende della giovane Noriko Takaya. Il padre di Noriko, deceduto sotto il fuoco avversario, fu uno dei principali ammiragli della flotta spaziale responsabile del successo ottenuto contro i primi attacchi nemici. Durante la serie, grazie all'aiuto dei suoi compagni tra cui la bella e talentuosa Kazumi Amano, Noriko subirà una sensibile crescita psicologica e combatterà contro i dolori della guerra, l'incomunicabilità tra persone e la sua stessa mancanza di autostima.

Punta al Top 2! Diebuster (OAV)
directors: Kazuya Tsurumaki, ...
storyboard, editorial supervision: Hideaki Anno
year pr.: 2004
time: 27' ep.-col.
episodes: 6







In un futuro molto lontano e non meglio specificato, il genere umano ha ormai colonizzato l'intero Sistema solare; questo è però funestato da tempo immemore dai cosiddetti "mostri spaziali", enormi forme di vita che si muovono in giganteschi sciami per le immensità dello spazio. L'agenzia Fraternity si erge a proteggere il genere umano per mezzo delle Buster Machines, enormi robot umanoidi che possono essere pilotati solamente da adolescenti, dotati di una particolare abilità psichica, denominati "Topless".
Una giovane, ma determinata, campagnola di nome Nono fugge dal suo piccolo villaggio su Marte per inseguire il proprio sogno di diventare un pilota spaziale. Giunta in città conosce Lal'c, una Topless della Fraternity, per cui sviluppa subito una sconfinata ammirazione. Grazie a lei Nono riesce a trovare un posto alla Fraternity, seppur nella bassa manovalanza, sperando di riuscire un giorno a pilotare una Buster Machine.

giovedì 16 luglio 2009

9.4 APPLESEED

"Appleseed" è un manga del maestro Masamune Shirow (autore del più conosciuto "Ghost in the Shell"), pubblicato nel 1985 e più volte adattato per farne un "anime"; ne sono risultati una serie TV di 26 episodi, un OAV del 1988, con Hideaki Anno come mechanical supervisor, e due movies di Shinji Aramaki, interamente in 3D (o meglio in CG).
Di questi l'OAV è certamente più fedele all'originale manga di 4 tankoubon e inoltre la presenza di Anno si nota eccome; ne sono prova i bellissimi biodroidi...
Ma anche i due lungometraggi non sono da meno; se non fosse per le espressioni facciali dei personaggi troppo crude, che ancora una volta mostrano il principale difetto della Computer Graphics: l'espressività.
E' da ricordare che il manga vinse nel 1986 il Premio Seiun, un premio giapponese conferito annualmente alle migliori opere fantasy e fantascientifiche.

Appleseed (OAV)
director: Kazuyoshi Katayama
mechanical supervisor: Hideaki Anno
year pr.: 1988
time: 70'-col.





Il lungometraggio è ambientato nel XXII secolo, in una terra che fatica a ridestarsi da un mega conflitto mondiale avvenuto tempo addietro. I sopravvissuti vivono in una città futuristica, ricostruita sulle rovine di altre città, chiamata Olympus, interamente comandata da computer e droidi (o biodroidi nel caso di AppleSeed). Il computer centrale si chiama Gaia e provvede a soddisfare tutte le esigenze di questi uomini artificiali migliorati. Questa pace apparente sembra durare e soddisfare tutti gil abitanti, ma a qualcuno proprio non va giù di essere gestito come un agnellino. La guerra contro Olympus, allora, prende vita e ad evitare il conflitto sono posti gli agenti della SWAT, il corpo speciale a cui appartengono la giovane Deunan e il biodroide suo amico Briareos, che non possono non chiedersi se stanno davvero lottando dalla parte giusta.

Appleseed (movie 1)
director: Shinji Aramaki
year pr.: 2004
time: 107'-col.









Appleseed: Ex Machina (movie 2)
director: Shinji Aramaki
year pr.: 2007
time: 105'-col.










trama from Animation Italy

mercoledì 15 luglio 2009

9.3 LE ALI DI HONNEAMISE

"Le Ali di Honneamise" ["Oritsu Uchuugun - Honneamise no Tsubasa"] è considerato il più grosso insuccesso della storia dell'animazione cinematografica giapponese, in quanto alla sua uscita nelle sale nipponiche, nel 1987, il flop fu tale che l'intero studio Gainax rischiava di andare in rovina perchè il guadagno non copriva neanche la metà dei 400 milioni di yen del budget iniziale. Ma la colpa non è certo da attribuire al giovane staf emergente dello studio (nel quale figurano, fra i tanti, Hideaki Anno come direttore dell'animazione e Mahiro Maeda come animatore), che ha compiuto un ottimo lavoro per qualità grafica, narrativa e sonora; ciò che ha invece causato quest'insuccesso al botteghino è l'intero progetto ("non" è un paradosso...), ancora immaturo per il pubblico dell'epoca, che amava estraniarsi nei cinema e in TV per visionare i loro personaggi preferiti, ricavati da manga, che compivano mosse speciali e salvavano il mondo. Il progetto, infatti, proponeva per la prima volta un nuovo tema con una nuova trama originale, non basata su manga o romazi vari.
Dunque, il lungometraggio, diretto da Hiroyuki Yamaga, risulta, oggi, uno dei capolavori ignorati e dimenticati non solo dell'animazione del Sol Levante, ma dell'intero mondo dei cartoni.

Ambientato in una Terra parallela con usi e costumi molto diversi dai nostri, "Le Ali di Honneamise" parla di Shiro Lhadatt, un ragazzo che aveva un unico scopo nella vita: entrare a far parte della marina per poterne pilotare gli aerei a reazione. Dopo essere stato respinto all'esame d'ammissione approda quasi casualmente al “Regio Corpo Spaziale”, un corpo segreto creato per conseguire l'assurdo sogno di spedire il primo essere umano nello spazio. Mentre sullo sfondo due superpotenze stanno per dichiararsi guerra, Shiro trova la motivazione per abbandonare una vita fatta d'indolenza e per proporsi come astronauta designato attraverso la relazione con la giovane e religiosamente devota Riquinni Nonderaiko.

Le Ali di Honneamise (movie)
director: Hiroyuki Yamaga
animation director: Hideaki Anno
key animation: Mahiro Maeda
year pr.: 1987
time: 125'-col.







trama from Digital Japan

martedì 14 luglio 2009

9.2 HIDEAKI ANNO'S FILMOGRAPHY

Di seguito la filmografia di Hideaki Anno. Per comprenderla al meglio potete seguire questo specchietto:
"directors - collaborators, title, year production, time (kind - episodes)"
n.b. la "x" sta per "ignoto" e i "..." indicano continuità.
Per qualunque dubbio potete contattarmi, mediante commento.
  • Hayao Miyazaki - Hideaki Anno, Isao Takahata, Mahiro Maeda, "Nausicaa della Valle del Vento", 1984, 116'-col. (movie)
  • Hideaki Anno - Hayao Miyazaki, "The Invention of Destruction in the Imaginary Machines", 2002, x (movie)
  • Hideaki Anno, "Cutie Honey", 2004, 94'-col. (live-action movie)
  • Hideaki Anno - Mahiro Maeda, "Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion", 1997, 97'-col. (movie 2)
  • Hideaki Anno, "Love & Pop", 1998, 110'-col. (live-action movie)
  • Hideaki Anno, "Shiki-Jitsu", 2000, 128'-col. (live-action movie)
  • Hideaki Anno, ... , "Neon Genesis Evangelion", 1995-1996, 25' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Hideaki Anno, Issei Kume, "Here Comes Koume!", 1999, x (TV - 12 ep.)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki - Mahiro Maeda, "Punta al Top! Gunbuster", 1988, 30' ep.-col. (OAV - 6 ep.)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, "Le situazioni di lui & lei", 1998, 24' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki, "Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth", 1997, 139'-col. (movie 1)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki, "Evangelion: 1.0 You Are [Not] Alone", 2007, 110'-col. (movie)
  • Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki, Masayuki, "Evangelion: 2.0 You Can [Not] Advance", 2009, 108'-col. (movie)
  • Hideaki Anno, Shinji Higuchi - Hayao Miyazaki, "Il mistero della pietra azzurra", 1989-1990, x (TV - 39 ep.)
  • Hideaki Anno, Shoichi Masuo, …, "Submarine 707 Revolution", 2003, 48' ep.-col. (OAV - 2 ep.)
  • Hideaki Anno, Tadashi Hiramatsu, …, "Re: Cutie Honey", 2004, 45' ep.-col. (OAV - 3 ep.)
  • Hideaki Anno, Yukihiro Matsushita, …, "Sugar Sugar", 2005, 25' ep.-col. (TV - 51 ep.)
  • Hiroyuki Kitakubo - Hideaki Anno, "Cream Lemon Part 4: POP CHASER", 1985, x (OAV)
  • Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Le Ali di Honneamise", 1987, 125'-col. (movie)
  • Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Daicon films", 1981-1983, x (special)
  • Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, "Burning Wind Ocean Earth Samurai Lord", 2008, x (movie)
  • Hiroyuki Yamaga, Masahiko Otsuka - Hideaki Anno, "Mahoromatic - Automatic Maiden", 2001, 24' ep.-col. (TV - 12 ep.)
  • Ichiro Itano - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Battle Royal High School", 1987, 60'-col. (OAV)
  • Isao Takahata - Hideaki Anno, Yoshifumi Kondô, "Una tomba per le lucciole", 1988, 88'-col. (movie)
  • Kazuya Tsurumaki - Hideaki Anno, "Punta al Top 2! Gunbuster", 2004, 27' ep.-col. (OAV - 6 ep.)
  • Kazuya Tsurumaki, Masahiko Otsuka, Shouji Saeki, Takeshi Ando - Hideaki Anno, "FLCL", 2000, 30' ep.-col. (OAV - 6 ep.)
  • Kazuyoshi Katayama - Hideaki Anno, "Appleseed", 1988, 70'-col. (movie)
  • Makoto Moriwaki - Hideaki Anno, "Oruchuban Ebichu", 1999, 9' ep.-col. (TV - 24 ep.)
  • Masahiko Otsuka - Hideaki Anno, "Petite Princess Yucie", 2002, 30' ep.-col. (TV - 26 ep.)
  • Masayuki Kojima, … - Hideaki Anno, "Abenobashi: Il quartiere commerciale di magia", 2002, 24' ep.-col. (TV - 13 ep.)
  • Noboru Ishiguro, Hiroyuki Yamaga - Hideaki Anno, "Macross: Fortezza super dimensionale", 1982-1983, 25' ep.-col. (TV - 36 ep.)
  • Seiji Okuda - Hideaki Anno, "Crystal Triangle", 1987, 86'-col. (movie)
  • Shinichiro Watanabe, Shoji Kawamori - Hideaki Anno, "Macross Plus", 1994, 40' ep.-col. (OAV - 4 ep.)
  • Shinji Aramaki - Hideaki Anno, "Metal Skin Panic Madox 01", 1988, 45'-col. (OAV)
  • Shinya Sadamitsu - Hideaki Anno, Mahiro Maeda, "Birth", 1984, 80'-col. (OAV)
  • Shoichi Masuo - Hideaki Anno, "Crimson Wolf", 1993, 59'-col. (movie)

lunedì 13 luglio 2009

9.1 HIDEAKI ANNO

Hideaki Anno nasce il 22 Maggio del 1960 ad Ube, nella prefettura di Yamaguchi; interessandosi fin da bambino al mondo degli "anime", tanto che la sua serie preferita era, a dir poco, l'immortale "Ultraman" (che ancora oggi rivive in alcuni prodotti animati).
La carriera effettiva di Anno inizia quando partecipa, nel 1982, come animatore allo special televisivo "Daicon III", che darà il nome allo studio "Daicon Film", poi sostituito, nel 1984, dalla "Gainax", che col passare degli anni è divenuta la "sorella adottiva" del regista (così come lo è lo "Studio Ghibli" per Miyazaki o la "MadHouse" per Kon).
Ma Anno prima di entrare a far parte del cast della "Gainax" e quindi prima di realizzare due degli "anime" più illustri di tutta la storia dell'animazione del Sol Levante, "Il mistero della pietra azzurra" e "Neon Genesis Evangelion", ha lasciato le sue tracce in altri progetti degni di essere ricordati: "Nausicaa della Valle del Vento", nel 1984, e la serie "Macross".
Nel 1987 è la volta de "Le ali di Honneamise", uno dei caposaldi dell'animazione nipponica e mondiale, che vede il giovane Anno nelle vesti di animation director; seguito l'anno seguente dalla serie OAV "Punta al Top! Gunbuster", dopo la quale il regista si appresterà a relizzare, dal 1989 al 1990, la già accennata serie TV "Il mistero della pietra azzurra", concepito come una sorta di parziale remake di "Laputa, il castello nel cielo" di Miyazaki, e l'intera saga di Evangelion (ancora in fase di riproposizione organizzata), kolossal che ha letteramente sconvolto gran parte della gioventù giapponese e non solo...
Più recenti sono lavori filmici come "Le situazioni di lui & lei", del 1998, o "Punta al Top 2! Gunbuster" e "Re: Cutie Honey", del 2004; inoltre l'ormai divenuto maestro Hideaki Anno ha anche diretto tre live-action movies: "Love & Pop" (1998), un film-verità sull'"enjo kōsai" ("appuntamento a pagamento", una forma di prostituzione adolescenziale) in Giappone, "Shiki-Jitsu" (2000) ("Giorno del rituale" o "Giorno della cerimonia"), la storia di un ex direttore d'animazione che si innamora di una donna estraniatasi dalla realtà, e "Cutie Honey" (2004), un adattamento "tokusatsu" (cioè con effetti speciali) dell'originale manga.

domenica 12 luglio 2009

GARBO

L'ottava pausa del lungo viaggio alla scoperta dell'animazione [vedi qui] riguarda Garbo.

Grande esponente, insieme a Faust'O e al primo Enrico Ruggeri, di quella che all'epoca venne chiamata new wave italiana (ispirata ad artisti internazionali come David Bowie, Bryan Ferry, Japan, Brian Eno), Garbo (nato a Milano nel 1958) debutta nel 1981 con la EMI e l'album "A Berlino... Va Bene", che contiene il noto singolo omonimo. Il brano venne accompagnato da un video presentato nella trasmissione Mister Fantasy, condotta dall'amico giornalista Carlo Massarini.
La scelta del nome d'arte scaturisce da un episodio avvenuto in un ufficio anagrafico: notando la presenza in elenco di diversi nominativi di cognome Garbo (tipicamente veneto), Renato Abate (questo il suo vero nome) decise che per il suo eventuale ingresso nel mondo della musica avrebbe utilizzato il precedente pseudonimo.
Nel 1982 è la volta dell'album "Scortati" che contiene i singoli "Generazione" e "Vorrei Regnare" con cui l'artista partecipa anche ad alcune puntate del Festivalbar nell'estate 1983. Sul finire dello stesso anno esce il singolo "Quanti Anni Hai?" che segna una collaborazione tra l'artista lombardo e Antonella Ruggiero (voce dei Matia Bazar). Il brano entra nella classifica elaborata da Radio Deejay.
Garbo partecipa al Festival di Sanremo del 1984 con "Radioclima", classificandosi nelle ultime posizioni, ma vincendo il Premio della Critica in memoria di Saverio Rotondi, direttore della rivista "Ciao 2001".
Nel 1984 esce l'antologia "Fotografie" che comprende il singolo "Radioclima" più i maggiori successi di Garbo, alcuni rivisitati in chiave differente rispetto alle versioni originali. Lo stesso anno segna inoltre una collaborazione tra l'artista e i Matia Bazar per l'album di questi ultimi "Aristocratica". Il brano in cui Garbo presta la sua voce è "Ultima Volontà".
Nel 1985 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo, questa volta con il brano "Cose Veloci", piazzandosi in ultima posizione, ma conquistandosi un pubblico di fans sempre più consistente.
Nel 1986 pubblica l'album "Il Fiume", per la Polygram, raggiungendo quello che sarà il suo periodo di maggior notorietà. L'omonimo video è in rotazione su Videomusic e su Deejay Television (canale e trasmissione musicali più seguiti all'epoca). Garbo partecipa a diverse manifestazioni canore (Festivalbar su tutte) e riscuote molti consensi.
Nel 1988 esce "Manifesti", album prodotto da Alberto Salerno e Mara Maionchi, che contiene il singolo "ExtraGarbo" con cui l'artista fece una delle sue ultime apparizioni televisive al Festivalbar.
Negli anni Novanta Garbo prosegue la sua carriera, ma in tono più dimesso e da vero "outsider" pubblica alcuni dischi per svariate etichette indipendenti.
Nel 1990 esce per la KinderGarten (etichetta per cui incisero i fiorentini Neon e i catanesi Denovo) l'album "1.6.2", seguito a breve distanza da un live "Garbo e Il Presidente" del 1991 nel quale suonano alcuni componenti dei Neon, e che vanta la particolarità di essere un disco in studio, ma registrato "in presa diretta". Tant'è vero che sul disco non influisce la benché minima operazione di pulizia dalle imperfezioni: addirittura nel brano di chiusura, "Cosa rimane" (registrato nel suo studio privato, a differenza dal resto del disco), evita di escludere lo squillo del telefono pur di mantenere la testimonianza più realistica possibile.
Il tarlo che muove Garbo è il controllo totale della produzione, la necessità di curare in autonomia ogni aspetto della sua musica. Per questo motivo, insieme ad alcuni collaboratori, nel 1992 vara la casa discografica Discipline (music label) e la battezza un anno dopo con due dischi: l'inedito "Macchine Nei Fiori" e "Cosa Rimane… Rivisitazioni (81-91)", in cui rilegge alcuni suoi brani del passato indirizzando la ricerca verso musicalità più orientali. L'incanto d'Oriente agisce anche in "Fuori Per Sempre" (1995), denso di temi poetici ed esistenziali. In questo lavoro (decisamente più cantautorale rispetto al resto della sua produzione discografica) spicca la rivisitazione del celebre brano "I ragazzi italiani", in duetto con Ron e con la compartecipazione di Biagio Antonacci.
Nel 1997 Garbo pubblica "Up The Line (The Virtual Sound, Word And Image)", un'altra tappa della sua sperimentazione, contemporanea alla fondazione del movimento del "Nevroromanticismo", che raccoglie gli scrittori Isabella Santacroce, Tommaso Labranca, Tiziano Scarpa, Niccolò Ammaniti, Aldo Nove e altri "Cannibali".
L'atmosfera decadente permea anche "Grandi Giorni" (1998), come sempre incentrato sulle inquietudini e le problematiche del nuovo millennio. Il disco, sorta di raccolta di nuove incisioni assemblate a vecchi successi, esce per la FRI, la nota etichetta di Claudio Cecchetto e degli 883.
Dopo le raccolte "Garbo: I Successi" (1999) e "Il Meglio", uscite per le piccole etichette DV More Records e Mr. Music, il musicista si prende ben tre anni prima di pubblicare "Blu" nel 2002, firmando un rapporto con l'etichetta di Valerio Soave Mescal. "Blu" racchiude i due singoli "Un Bacio Falso" e "Migliaia Di Rose", che riportano Garbo sui percorsi musicali più melodici e accattivanti dei suoi esordi.
Nel 2004 la EMI pubblica per la prima volta su CD i primi tre album di Garbo: "A Berlino...Va Bene", "Scortati" e "Fotografie", rimasterizzati in digitale. La riedizione di "Fotografie" è arrichita di bonus tracks, tra cui un remix 2004 di "Radioclima". Nello stesso anno Garbo partecipa a un progetto musicale di Boosta, tastierista dei Subsonica, intitolato "Iconoclash", in cui vengono rivisitati successi pop degli anni 80 in chiave post-punk e new wave. Garbo è presente con "A Berlino...Va Bene" in una versione de-strutturata. Al progetto partecipano anche elementi dei Linea 77.
Nel 2005 esce per la ricostituita Discipline (music label) l'album "Gialloelettrico" che include il singolo "Onda Elettrica" (brano scritto insieme a Luca Urbani dei Soerba). L'album segna la collaborazione tra l'artista e musicisti di nuova generazione come Morgan, i Delta V e appunto Luca Urbani. Il videoclip di Onda Elettrica, scritto, diretto e montato da Graziano Molteni ha vinto al 7° "Premio Videoclip Italiano" il Miglior Soggetto nella categoria Indipendenti. Figurano molte special guest come Luca Urbani, Debora Villa di Camera Cafè, Boosta dei Subsonica, Carlo Bertotti dei Delta V ed Andy Fumagalli. L'ultimo singolo ad oggi è "Forse".
Nel 2006 esce un disco tributo doppio dedicato all'artista intitolato "ConGarbo" con brani famosi rivisitati da Baustelle, Soerba, Delta V, Boosta (Subsonica), Marco Notari, Lele Battista (La Sintesi), N.A.M.B., Andy dei Bluvertigo, Krisma, Gionata, Mauro Giovanardi (La Crus), Zu e Meg (99 Posse), Madaski ed altri. Nel corso dello stesso anno produce il primo singolo del giovane artista elettronico Eugene, dall'enigmatico titolo "Dior DNA".
Nell'aprile 2007 la EMI pubblica la raccolta retrospettiva "Garbo: The Best Of Platinum" dedicata al periodo degli anni ottanta di maggior successo dell'artista. La raccolta include anche i brani "Il Fiume", "Per Te" ed "Extra Garbo" (quest'ultima per la prima volta in formato cd).
Nel settembre dello stesso anno Universal riprende in mano i vecchi nastri dell'artista con le incisioni de "Il Fiume" e "Manifesti" e ripubblica in una lussuosa versione digipack in CD i due album, il secondo dei quali uscì all'epoca solo in vinile. Tutti i brani sono stati rimasterizzati con un'operazione analoga a quella realizzata da EMI tre anni prima.
Nel mese di gennaio 2008 esce "Last train" nuovo singolo della band electrolounge The Transistors (Maurizio Mansueti, Luca Cirillo, Miss Ari) cantato in coppia con Garbo.

Discografia:

Albums
1981 - A Berlino... Va Bene (EMI)
1982 - Scortati (EMI)
1984 - Fotografie (EMI)
1986 - Il Fiume (Polygram)
1988 - Manifesti (Polygram)
1990 - 1.6.2 (KinderGarten)
1993 - Macchine Nei Fiori / Cosa Rimane... Rivisitazioni (81-91) (Discipline)
1995 - Fuori Per Sempre (Discipline)
1997 - Up The Line (Discipline)
1998 - Grandi Giorni (FRI)
2002 - Blu (Mescal/Sony)
2004 - A Berlino... Va Bene (Remaster - EMI)
2004 - Scortati (Remaster - EMI)
2004 - Fotografie (Remaster + Bonus Tracks - EMI)
2005 - Gialloelettrico (Discipline/Venus)
2007 - Il Fiume (Remaster - Universal)
2007 - Manifesti (Remaster - Universal)
2008 - Come Il Vetro (Discipline/Venus)

Live
1991 - Garbo E Il Presidente (KinderGarten)

Compilations
1999 - Il Meglio (DV More Records)
1999 - Garbo: I Successi (Mr. Music)
2007 - Garbo: The Best of Platinum (EMI)

Tribute
2006 - ConGarbo (Photographic/Venus)

Singles
1981 - A Berlino...Va Bene
1982 - Vorrei Regnare
1983 - Generazione
1983 - Quanti Anni Hai?
1984 - Radioclima
1985 - Cose Veloci
1986 - Il Fiume
1986 - Per Te
1987 - Extragarbo
1988 - Dal Silenzio
1990 - Domani
1993 - Ciao/Ciao 31
1998 - Grandi Giorni
1998 - Un Bacio
2002 - Un Bacio Falso
2003 - Migliaia Di Rose
2004 - Radioclima (Electroclima Mix)
2005 - Onda Elettrica
2006 - Forse
2006 - Giallo (promo only)
2007 - Grandi Giorni (promo only) (w/GeorgeAnne Kalweit)
2008 - Voglio Morire Giovane

sabato 11 luglio 2009

8.7 PAPRIKA - SOGNANDO UN SOGNO

"Paprika - Sognando un sogno" ["Paprika"] è un "anime" di Satoshi Kon, tratto da uno dei romanzi fantascientifici del grande maestro della letteratura giapponese Yasutaka Tsutsui; il quale non poteva pretendere di meglio dal mondo dell'animazione per adattare una delle sue opere cartacee, per altro presentata in anteprima mondiale (si parla del film) alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2006.
Il progetto è quindi ricaduto nelle profonde viscere della colorata mente di Kon, che ha saputo rendere visiva un'opera altrimenti impossibile da narrare se non attraverso la personalità grafica, tecnica e pensante, propria del giovane regista; che grazie al suo stile d'animazione, alternativamente inconfondibile, si distingue dal resto degli animatori del Sol Levante.

Il lungometraggio racconta le gesta della giovane dottoressa Atsuko Chiba, ricercatrice e psicoterapeuta, il cui alter-ego nel mondo virtuale, il mondo dei sogni, è Paprika, una giovane e attraente diciottenne. La dottoressa, sotto le spoglie di Paprika, "viaggia" attraverso l'inconscio delle persone grazie ad un dispositivo chiamato DC-Mini. Il suo intento è quello di "sincronizzarsi" con l'inconscio del paziente per aiutarlo a scoprire l’origine delle proprie ansie e nevrosi. Ma l'uso di questo dispositivo, in mani sbagliate, potrebbe essere molto pericoloso, in grado di controllare e distruggere completamente la personalità di qualcuno nel momento in cui questo si trova nel mondo dei sogni. E quando uno dei prototipi dei DC-Mini viene rubato e tutti i ricercatori del laboratorio cominciano ad impazzire, tocca alla dottoressa cercare di sbrogliare l'intrigo sotto le spoglie dell'alter-ego Paprika.

Paprika - Sognando un sogno (movie)
director, scenario, screenplay: Satoshi Kon
year pr.: 2006
time: 86'-col.









trama from Animation Italy

venerdì 10 luglio 2009

8.6 PARANOIA AGENT

"Paranoia Agent" ["Mousou Dairinin"] è una serie televisiva del 2004, diretta da Satoshi Kon e prodotta dalla fedele MadHouse.
L'"anime", basato su di una serie di racconti di Seishi Minatami, è costituito da 13 episodi, nei quali ben evidenti sono le varie chiavi di visione medianti le quali questo prodotto animato può essere interpretato. Ciò che principalmente fuoriesce dalla paranoica mente di Kon e del suo staf è la volontà di usare matita e PC per portare sullo schermo (quello televisivo) ciò che resta dell'odierno Giappone; un paese capitalista e consumista, i cui abitanti, concentrati esclusivamente sul lavoro e sulla produzione, cercano disperatamente una via d'uscita, che spesso si concretizza nel suicido (come più volte accennato nel corso della serie)... ma un'altra via, alternativa, può rappresentarla anche l'animazione, quella di cui il Sol Levante e i suoi cittadini ne vanno molto fieri.

Nella Tokyo contemporanea si aggira un misterioso criminale che attacca dei passanti colpendoli con una strana mazza da baseball. La sua prima vittima è la giovane e introversa Tsukiko Sagi, una designer famosa per aver creato una mascotte molto popolare in Giappone, ma ora alle prese con una crisi creativa. Non si sa chi sia questo misterioso criminale, ne perché lo faccia: l'unica cosa certa è che sembra essere un ragazzino delle elementari che si muove sui rollerblade. Due investigatori cominciano a seguire il caso ma si rendono subito conto che c'è qualcosa che non quadra.

Paranoia Agent (movie)
director, storyboard, original work: Satoshi Kon
storyboard: Rintaro
year pr.: 2004
time: 25' ep.-col.
episodes: 13







trama from Movieplayer

giovedì 9 luglio 2009

8.5 TOKYO GODFATHERS

"Tokyo Godfathers" è il terzo lungometraggio diretto dal maestro Kon, liberamente concepito come una sorta di remake metropolitano del film "In nome di Dio" ["The Three Godfathers"] di John Ford, e prodotto dalla MadHouse nel 2003.
L'"anime", presentato in numerosi festivals (negli States, in Francia, in Danimarca, in Olanda e in Finlandia), ha dimostrato ancora una volta le grandi capacità tecniche e narrative del suo autore, che con questa sua opera animata ha ri"visionato" il concetto di famiglia, facendo accomunare tre diversi individui dall'innocente affetto di una bambina.

La vicenda ha per protagonisti tre strambi e simpatici senzatetto. Gin è il classico burbero dal cuore tenero, Han è un uomo "aspirante donna" gentile e disponibile mentre Miyuki è una ragazza lunatica, scappata misteriosamente da casa.
E' Natale e proprio come una famiglia normale, i tre si ritrovano per scambiarsi i regali, o meglio, per "cercarli", finché tra i mucchi della spazzatura non trovano una neonata.
Chi l'ha abbandonata? Perché? Che fare adesso? Portarla alla polizia o tenerla con se? Dopotutto sembra proprio un dono dal cielo, lasciarlo in balia delle autorità in questi gironi festivi, sarebbe più un azzardo che altro... Nel tentativo di rimandare il più possibile l'addio con il bebè, i nostri protagonisti cominciano così ad investigare sull'abbandono. Tutto quello che hanno è un biglietto da visita e qualche fotografia trovati accanto alla piccola, nel frattempo chiamata "Kiyoko". La ricerca della verità porterà ognuno dei personaggi a rivelare agli altri compagni d'avventura anche il proprio passato, fino ad allora mestamente taciuto, per farne l'inizio di una nuova vita...

Tokyo Godfathers (movie)
director, screenplay, character design, original story: Satoshi Kon
year pr.: 2003
time: 92'-col.









trama from FilmUp

mercoledì 8 luglio 2009

8.4 MILLENNIUM ACTRESS

"Millennium Actress" ["Sennen Joyu"] è un "anime" del 2001, prodotto dalla MadHouse per la regia di Satoshi Kon.
Il lungometraggio, che eccede per qualità grafica e tecnica (basti pensare agli innumerevoli flashbacks che saltellano nella realtà narrativa), è un vero e proprio capolavoro che narra dell'eterna ricerca dell'amore attraverso un millennio di storia giapponese.

In occasione della demolizione degli studi cinematografici Ginei, il regista Genya e il cameraman Kiyoji decidono di realizzare un documentario dedicato all'attrice più rappresentativa di tali studi: Chiyoko Fujiwara. La donna, ormai anziana e ritiratasi dalle scene, accetta di essere intervistata dai due; durante l'incontro, Genya restituisce all'attrice una misteriosa chiave, oggetto a lei molto caro ma creduto perduto da tempo.
Anche grazie ai ricordi fatti scaturire dal ritrovamento del prezioso oggetto, Chiyoko inizia a narrare la sua storia, in cui la carriera d'attrice si lega indissolubilmente all'amore idealizzato per un giovane pittore conosciuto fugacemente e mai dimenticato. Nel corso del racconto, la memoria della donna confonde la realtà con la finzione dei film da lei interpretati, e così un'unica storia d'amore e di vita vissuta viene narrata attraverso diverse epoche, diversi luoghi, diversi ruoli.

Millennium Actress (movie)
director, screenplay, character design, original story: Satoshi Kon
year pr.: 2001
time: 87'-col.






trama from Webzine

martedì 7 luglio 2009

8.3 PERFECT BLUE

"Perfect Blue" è il primo "anime" diretto da Satoshi Kon, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Yoshikazu Takeuchi, precedentemente concepito per un prodotto in live-action.
Il lungometraggio, sviluppato su consulenza speciale di Katsuhiro Otomo (che ha molto influito sui disegni), è stato presentato in numerosi festival internazionali ed ha vinto il "Best Animation Film" in Portogallo e il "Public Prize for Best Asian Film" in Canada.
Con quest'"anime" l'emergente regista (ormai divenuto valido concorrente di Miyazaki, di Oshii e del suo maestro Otomo) ha dato vita ad un tema abbastanza insolito per l'animazione del Sol Levante, facendo di questo gioiello animato un kolossal-psychological-thriller.

Mima Kirigoe è una idol e popstar facente parte del gruppo delle CHAM, un terzetto formato da altre idol come lei che cantano un j-pop allegro e orecchiabile. Nonostante i numerosi fans, Mima è pero insoddisfatta della sua carriera e vorrebbe diventare un'attrice: infatti presto lascia il gruppo, per lo sconforto dei fans (tra cui in particolare di uno stalker ossessionato da lei), e inizia a recitare in una serie drammatica.
Tuttavia alcuni fatti iniziano ad avvenire: Mima riceve delle minacce, tra cui un fax che l'accusa di essere una traditrice, e scopre l'esistenza di un sito internet chiamato Mima's Room in cui qualcuno, con inquietante precisione, descrive le sue giornate nei minimi dettagli.
La carriera di attrice procede bene, fino al punto in cui le viene proposto di girare una scena di stupro. Ciò la sconvolge profondamente, al punto di renderla incapace di distinguere tra fantasia e realtà: in alcune occasioni ha delle allucinazioni in cui vede se stessa in tenuta da CHAM. La situazione peggiora ulteriormente quando alcune delle persone che avevano lavorato allo sceneggiato in cui lei recitava vengono ritrovate uccise brutalmente, e alcuni indizi fanno pensare che sia lei la colpevole. A causa del suo stato di instabilità mentale Mima non può confermare o smentire di aver commesso quei delitti, e per di più la presenza del misterioso stalker si fa sempre più inquietante.
Dopo lunghe sequenze in cui diventa impossibile distinguere tra la realtà e l'immaginazione di Mima, si scoprirà che la responsabile di tutto era la sua manager, Rumi, che aveva gestito il sito internet Mima's Room e sconvolto lo stalker con le sue false dichiarazioni fino a farlo diventare un assassino. Rumi aveva agito in questo modo perché credeva di essere la "vera" Mima, la quale con la sua nuova carriera di attrice aveva irrimediabilmente "sporcato" l'immagine idealizzata di lei che si era creata.
Nel finale la manager accanita viene chiusa in manicomio, mentre la giovane idol è libera di rifarsi una vita.

Perfect Blue (movie)
director, character design: Satoshi Kon
special advisor: Katsuhiro Otomo
year pr.: 1997
time: 80'-col.

lunedì 6 luglio 2009

8.2 SATOSHI KON'S FILMOGRAPHY

Di seguito la filmografia di Satoshi Kon. Per comprenderla al meglio potete seguire questo specchietto:
"directors - collaborators, title, year production, time (kind - episodes)"
n.b. la "x" sta per "ignoto" e i "..." indicano continuità.
Per qualunque dubbio potete contattarmi, mediante commento.
  • Hideki Futamura, Hiroyuki Kitakubo, … - Satoshi Kon, "Le bizzarre avventure di Jojo", 1993, 40' ep.-col. (OAV - 13 ep.)
  • Hiroyuki Kitakubo - Katsuhiro Otomo, Satoshi Kon, "Roujin Z", 1991, 80'-col. (OAV)
  • Katsuhiro Otomo - Satoshi Kon, "World Apartment Horror", 1991, x (live-action movie)
  • Katsuhiro Otomo, Koji Morimoto, Tensai Okamura - Satoshi Kon (1st ep.), Yoshiaki Kawajiri (2nd ep.), "Memories", 1995, 113'-col. (movie)
  • Mamoru Oshii - Satoshi Kon, "Patlabor 2: The Movie", 1993, 107'-col. (movie 2)
  • Masaaki Osumi - Satoshi Kon, "Hashire Melos!", 1992, 107'-col. (movie)
  • Satoshi Kon, "Tokyo Godfathers", 2003, 92'-col. (movie)
  • Satoshi Kon - Katsuhiro Otomo, "Perfect Blue", 1997, 80'-col. (movie)
  • Satoshi Kon, "Millennium Actress", 2001, 87'-col. (movie)
  • Satoshi Kon, "Paprika - Sognando un sogno", 2006, 86'-col. (movie)
  • Satoshi Kon - Rintaro, "Paranoia Agent", 2004, 25' ep.-col. (TV - 13 ep.)

domenica 5 luglio 2009

8.1 SATOSHI KON

Satoshi Kon nasce il 12 Ottobre del 1963 a Kushiro, nella prefettura di Hokkaido; studia design della comunicazione visiva presso la Musashino Art University, con l’idea di diventare un pittore, e terminati gli studi, nel 1990, si dedica alla realizzazione del suo primo manga: "Kaikisen", suscitando l’attenzione di Katsuhiro Otomo, che l’anno dopo lo chiama a collaborare al suo manga "World Apartment Horror".
Nello stesso anno debutta nel mondo dell'animazione partecipando all'OAV "Roujin Z", nel 1993 lavora con un altro grande dell'animazione, Mamoru Oshii, per "Patlabor 2: The Movie" e due anni dopo entra nello staff creativo di "Memories" (altro progetto del mangaka e regista Otomo), scrivendo l'episodio "Magnetic Rose".
Nel 1997 fa il grande passo, debuttando alla regia con il thriller psicologico "Perfect Blue", nuovamente in collaborazione del suo "maestro d'iniziazione" Otomo; l'"anime" ottenne un buon successo, sia di critica che di pubblico, e fece del giovane Kon un personaggio emergente nel campo dell'animazione giapponese.
Così Satoshi Kon, forte del successo ottenuto, si mise nuovamente al lavoro e nel 2001 fu la volta di "Millennium Actress", a cui seguì due anni dopo il suo terzo lungometraggio, "Tokyo Godfathers", piccolo gioiello animato proiettato anche nelle sale italiane. Nel 2004 esce la serie TV "Paranoia Agent", altro thriller psicologico, e nel 2006 "Paprika - Sognando un sogno", un poliziesco "onirico" tratto dal romanzo di Yasutaka Tsutsui, presentato in concorso alla 63a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

sabato 4 luglio 2009

DAFT PUNK

La settima pausa del lungo viaggio alla scoperta dell'animazione [vedi qui] riguarda i Daft Punk.

I Daft Punk sono un duo formatosi a Parigi nel 1992 e composto da Thomas Bangalter e Guy Manuel De Homem-Christo. Nel 1995 il singolo "Da Funk", intelligente aggiornamento di motivetti elettronici anni '80 come "Pop Corn" e "Pop Muzik", ottiene un notevole successo: sarà uno dei pezzi forti del loro primo album, datato 1997, "Homework".
In questo primo disco i Daft Punk sfoggiano dell'ottima musica "da cameretta": minimalista nei suoni, tra vocoder e tastiere dance, orecchiabile quanto basta e debitrice di una non precisa corrente musicale elettronica, tanto che si possono scorgere echi di Kraftwerk, ma anche della disco-music degli anni '70 e del synth-pop esploso negli anni Ottanta.
Le composizioni dei Daft Punk si basano su un'idea che viene reiterata in continuazione, con l'aggiunta di piccoli suoni e con il costante ritmo martellante tipico di certa musica techno. Eppure sarebbe riduttivo definire i Daft Punk come dei "rielaboratori" di antiche idee: il loro disco è pieno di piccoli capolavori che, anche grazie all'accompagnamento di ottimi videoclip, riescono a sfondare e a creare un vero e proprio caso. Più che "Da Funk", è "Around the World" che catalizza l'attenzione e diventa un clamoroso successo commerciale. Ciò che all'apparenza potrebbe sembrare una hit usa e getta, nasce in realtà da un irresistibile ritmo, da un orecchiabile giro di basso in sottofondo e soprattutto dalla voce sintetica che ripete, in continuazione, le stesse tre parole che danno il titolo al pezzo. Talmente semplice da essere geniale. Lo stesso si può dire per altre composizioni del disco: "Phoenix", "Fresh", "Teachers", per esempio, si basano su un'idea melodica che viene riproposta incessantemente, tanto da risultare irresistibilmente orecchiabile. In "Burnin'" e "Rollin' & Scratchin" cardine della canzone è semplicemente un suono elettronico, sgradevole all'inizio ma che diventa familiare proprio per la sua continua riproposizione, nonché grazie al ritmo e ai suoni di sottofondo. "Alive" è il pezzo più maturo del disco, in quanto possiede una carica innovativa e assolutamente originale che lo distingue dagli altri.
Nel 2001 esce il secondo album, "Discovery". Con maggiori mezzi a disposizione, i Daft Punk sfornano un prodotto che è innovativo, retrò e critico al tempo stesso. E' innovativo perché sfoggia un'altra non indifferente quantità di trovate e idee, è retrò perché anche in questo caso sono evidenti i rimandi al passato. Attenzione, però: è critico perché non è esclusivamente un "bignami" della musica degli ultimi decenni, ma un rimiscelamento attento e mirato, un gigantesco "blob" che ingloba, taglia, aggiusta, ma che alla fine risulta un prodotto totalmente nuovo.
"Aerodynamic", per esempio, sembra un normale strumentale elettronico ma poi, d'improvviso, contiene un riff ultrakitsch alla Van Halen filtrato e suoni che richiamano avanguardie del passato. Lo stesso si può dire per "Digital love", "One more time" e "Hard, better, faster, stronger": suoni più maturi, immensi calderoni e, allo stesso tempo, ballabilissimi e trascinanti ritmi. La voce è presente in forma maggiore che nell'album precedente, mentre è lasciato da parte il minimalismo sonoro che aveva reso i Daft Punk inconfondibili. A metà disco compiaiono "Nightvision", un breve interludio ambient, "Superheroes", che sembra davvero una delle tante hit tipiche degli anni 80, e anche un brano jazz-funk come "Something about us". Le ultime cinque tracce non reggono il confronto con la freschezza e la floridità delle precedenti e paiono semplicemente esercizi di stile un po' compiaciuti, anche se non si possono non menzionare "Short circuit" (che ha il suo punto di forza in un suono ultrakitsch alla "Beverly Hills Cop") e la conclusiva "Too long", dieci minuti (pleonastici) di soul elettronico che strizza un po' troppo l'occhio a certa dance modaiola da club.
Ciò che conta maggiormente, dunque, in questo secondo disco, è l'operazione: i Daft Punk stravolgono i canoni della disco-music di Moroder, e realizzano così un prodotto squisitamente pop (non solo nel senso musicale del termine) e consapevolmente kitsch. Come nel primo disco, anche in questo caso l'idea è semplice, ma geniale. Se in "Homework" avevano giocato a inventare piccoli affreschi elettronici con il minimo dispiego di forze possibile, in "Discovery", la missione è più ardua ma egualmente compiuta: rielaborare idee musicali degli ultimi decenni (se stessi compresi) per fornirne un'interpretazione critica e nostalgica. Tutto questo senza cadere in intellettualismi o sperimentalismo puro, ma costruendo tracce che non manchino d'orecchiabilità e di ritmi coinvolgenti. Un'opera di esplorazione delle nuove frontiere del pop elettronico non dissimile da quella compiuta parallelamente dai loro "cugini" e connazionali Air.
Nel 2005, con il loro terzo disco, "Human After All" , i Daft Punk riescono a spiazzare tutti: ancora una volta il gruppo cambia registro e propone un disco inciso in gran fretta (per loro stessa ammissione), senza riuscire questa volta a sfornare singoli di successo, come era accaduto per gli album precedenti. Ma non per questo il disco non fa parlare di sé, anzi, divide nettamente: chi lo considera un grande disco trova che la ripetitività, qui esagerata e sottolineata, sia quasi un gesto di protesta che, insieme alle sonorità senz'altro più rock dei dischi precedenti, ne fa un disco quasi "punk" nel significato; chi lo ritiene un clamoroso passo falso vede in questo disco una totale mancanza di creatività resa evidente dalla pochezza della qualità dei pezzi, allungati a dismisura, quasi indistinguibili fra loro e con omaggi che sembrano più scopiazzature che citazioni (il fantasma dei Kraftwerk aleggia pericolosamente in almeno metà dei pezzi). Qualcosa, comunque, si salva: le divertenti "Robot Rock" e "Technologic", per esempio, ma siamo davvero distanti dalla grandezza delle prove precedenti e il disco sembra avere divertito più i Daft Punk nella composizione che l'ascoltatore, spaesato nell'ascolto di un disco così semplice, eppure così complesso. E' banale dirlo ma in un caso come questo, dove ci si ritrova fra chi grida al capolavoro e chi alla totale insufficienza, c'è bisogno di tempo, forse anni, per capire da che parte sta la ragione.

di Davide Bassi

Discografia:

Albums
1997 - Homework
2001 - Discovery
2005 - Human After All

Lives
2001 - Alive 1997
2007 - Alive 2007

Remix LP
2003 - Daft Club

Compilations
2006 - Musique Vol. 1 1993-2005

Singles
1994 - "The New Wave"
1996 - "Da Funk"/"Musique"
1997 - "Around the World"
1997 - "Burnin'"
1997 - "Revolution 909"
2000 - "One More Time"
2001 - "Aerodynamic"/"Aerodynamite"
2001 - "Digital Love"/"Aerodynamic"
2001 - "Harder, Better, Faster, Stronger"
2003 - "Something About Us" (Love Theme From Interstella 5555) - (promo single)
2005 - "Robot Rock"
2005 - "Technologic"
2005 - "Human After All" (promo EP)
2006 - "The Prime Time of Your Life"
2007 - "Around The World (Harder Better Faster Stonger Alive Remix)"
2007 - "Live Mixes" (rilasciato come LP)

VHS/DVDs
1999 - D.A.F.T. - A Story About Dogs, Androids, Firemen and Tomatoes (DVD/VHS)
2003 - Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem (Film, DVD); "anime" diretto da Leiji Matsumoto ("Capitan Harlock", "Galaxy Express 999", "Star Blazers") e Kazuhisa Takenouchi, con le musiche dei Daft Punk.
2006 - Musique Vol. 1 1993-2005 (CD/DVD)
2006 - Electroma (Film, DVD)