martedì 29 settembre 2009

14.4 IL ROBOT PLANETARIO DANGUARD ACE

"Danguard" ["Wakusei Robo Dangard A"] dovrebbe essere (in seguito ad una documentazione di circa un'ora, da me effettuata sul web) il primo "anime" in assoluto ad essere stato trasmesso in Italia.
La serie TV di 56 episodi, datata 1977-1978, porta la firma del mangaka Matsumoto, che così facendo lascia impronte pittoresche anche nella "mecha-animation", affidando la regia della sua unica opera di "robottoni" (questo è il sinonimo italiano usato dai "fan magazines" per indicare i giganti di ferro che popolano il mondo degli "anime" degli anni '80) al suo amico Tomoharu Katsumata.

La storia racconta di un futuro prossimo, quando l'umanità si appresta a trasferirsi su un altro pianeta, perché la terra è ormai diventata priva di qualsiasi risorsa a causa dello sfruttamento dell'uomo. E' stato individuato il decimo pianeta del sistema solare, Prometeo, come il luogo ideale per essere abitato; pertanto i più grandi scienziati giapponesi, con a capo il professor Galax, si preparano ad inviare delle sonde spaziali con dei piloti super addestrati. Il piccolo Arin è entusiasta per la partenza di suo padre, il capitano Cosmos, alla guida di uno dei veicoli spaziali. Il cinico dottor Doppler è però scettico sul Progetto Prometeo, ritenendolo un fallimento. Il razzo decolla dalla base Yasdam e una volta nello spazio, dalla sua punta fuoriescono le navicelle spaziali. Ad un certo momento il velivolo pilotato dal capitano Cosmos spara verso gli altri aerei e sparisce nel buio cosmico, facendo fallire la missione.
Dieci anni più tardi troviamo il giovane Arin alla guida di aerei spaziali, per collaudare altre esercitazioni del Progetto Prometeo. Arin vuole riscattare la memoria di suo padre, in quanto è stato definito da tutti un traditore. Lui stesso si porta addosso il marchio dell'infamia e la sua unica ambizione è quella di saper pilotare bene un aereo spaziale, per continuare la missione. Tuttavia è ancora molto inesperto e per questo si prende spesso i rimproveri da parte del professor Galax e dell'ingegnere meccanico Banta. Il professor Galax mostra allo staff e ai piloti i progressi del Progetto Prometeo e in particolare lo studio di un gigantesco robot, dotato delle più avanzate risorse e armi tecnologiche, il cui nome è Danguard. Ora l'obiettivo di Arin sarà quello di pilotare il robot spaziale Danguard. Un giorno però si mostra negli schermi della base dell'isola di Yasdam la figura del dottor Doppler che annuncia il suo diabolico piano. Il pianeta Prometeo si avvicinerà alla terra entro pochi anni, pertanto lui farà in modo che ad emigrare siano soltanto dei pochi eletti, che dovranno obbedire ai suoi ordini. Così decide di attaccare la base Yasdam, con i suoi robot meccanici e i suoi aerei spaziali. La contraerea della base è inefficace contro il potente robot, pertanto Arin contravvenendo ai suoi superiori, si mette alla guida del suo aereo per contrastare il nemico. Inaspettatamente gli si affianca una strana astronave spaziale, che nel giro di pochi minuti distrugge il terribile robot del dottor Doppler. Alla guida c'è un misterioso individuo che indossa una maschera d'acciaio. Arin tuttavia non si fida di quell'uomo, e in una missione successiva gli intima di fermare il suo velivolo per non essere costretto a sparargli. L'uomo gli propone una sfida di abilità nel pilotare l'aereo nello stretto di pericolosi canyon. Superata la prova i due atterrano presso la base spaziale. L'uomo che si fa chiamare Mister X confessa di essere alla ricerca della base di Doppler per vendicarsi contro di lui e chiede un aiuto per la sua individuazione. L'uomo non può togliersi la maschera d'acciaio in quanto gli è stata applicata da Doppler, che dopo il suo sequestro lo ha privato anche della memoria. Grazie ad una particolare macchina, gli scienziati della base spaziale analizzano la sua memoria e ricostruiscono la sua storia, mettendo in luce la verità e ricostruendo la sua fuga dalla base spaziale del dottor Doppler, che lo aveva reso in schiavitù come altri uomini, che controlla con una particolare antenna posta sulla maschera. Mister X si incarica di addestrare i piloti per far fronte alla minaccia del dottor Doppler e viene chiamato Capitano Dan. Individua i giovani più promettenti in Katula, Kauban e Arin. L'uomo sottopone i futuri piloti del Danguard a durissimi addestramenti, al limite della sopravvivenza umana, come quello di frenare di colpo l'aereo dopo essere stato lanciato a velocità supersonica. Per questo motivo non è visto di buon grado dall'ingegnere meccanico Banta e dalla giovane Nova, l'ufficiale addetta alle comunicazioni. Intanto il perfido Doppler, assistito dal fido cancelliere Sigma, non perde occasione per minacciare la base spaziale Yasdam con i suoi potenti robot Megasatan. Nel corso di una dura battaglia il pilota Kauban perde la vita e Katula è costretto a ritirarsi dopo aver subito un brutto colpo alla schiena. Così Arin diventa l'unico in grado di pilotare il Danguard, grazie alla preziosa guida del capitano Dan. Le armi a disposizione del robot Danguard saranno il cannone Balkan, una potente energia che fuoriesce dal petto, e i pugni cosmici. Danguard può inoltre sparare dei raggi laser dagli occhi e formare una lancia con l'unione di due piastre a forma di freccia, poste sulle ginocchia. Queste armi serviranno a far fronte alle varie creature cosmiche e robot spaziali, che minacceranno il buon esito del Progetto Prometeo
Nel corso della storia si scoprirà che il misterioso capitano Dan è in realtà il padre di Arin, disperso nello spazio dieci anni prima e ritenuto un traditore per aver sparato contro i piloti della sua squadra. Questo perchè era sotto il controllo telepatico del dottor Doppler, che lo ha utilizzato per i suoi loschi piani.

Il robot planetario Danguard Ace (TV)
director: Tomoharu Katsumata
original creator: Leiji Matsumoto
year pr.: 1977-1978
time: 30' ep.-col.
episodes: 56





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sabato 26 settembre 2009

14.3 STAR BLAZERS

"Star Blazers" ["Uchuu Senkan Yamato"] è una saga matsumotiana, che comprende, oltre all'originale manga di 3 tankoubon datato 1974, tre serie TV, cinque lungometraggi animati e una serie OAV.
Per la trasposizione animata della sua prima opera fantascientifica, il maestro Matsumoto ha fatto il grande passo sullo schermo, prendendo la difficile decisione di dirigere da sé quello che poi è stato: "un prodotto capace di far parlare ancora oggi su quanto abbia influito nel campo degli -anime- ambientati in un futuro tra le stelle".

La storia ha inizio con il Capitano Avatar che rimpiange l'antico splendore della terra: una volta era blu con fiumi d'acqua, laghi argentati e mari sconfinati; ora è rimasto solo un arido deserto poiché la radioattività ha distrutto tutto. Nell'anno 2199 il pianeta terra si avviava all'estinzione perché a metà del 21° secolo Gamilon, un pianeta lontano dal nostro sistema solare, dichiarò guerra alla terra. Questi malvagi predatori dello spazio, noti per la loro crudeltà in tutte le galassie, bombardarono la terra con le loro armi mortali. L'atmosfera diventò irrespirabile e i terrestri poterono sopravvivere, soltanto costruendo delle città sotterranee molto al di sotto della superficie. Non vi era difesa contro queste bombe e le nazioni della terra si unirono per combattere Gamilon, ma tutte le flotte spaziali terrestri vennero sconfitte. Gamilon chiese all'umanità di arrendersi, ma i terrestri rifiutarono, allora le bombe ripresero a cadere. Così nacque un nuovo pericolo, la mortale radioattività ricoprì tutto il pianeta e penetrò nel suolo, rendendo insicure anche le città sotterranee, che giorno dopo giorno si avviavano a venire contaminate. Ormai tutto è perduto e fra un anno la vita sulla terra sarà scomparsa. Ora viene combattuta un'ultima e disperata battaglia fra Terrestri e Gamilonesi. Lo scontro decisivo è vicino a Plutone e alla terra è rimasta una sola astronave madre comandata dal Capitano Avatar, che essendo l'ultima difesa dovrà resistere a tutti i costi. L'astronave del Capitano Avatar si batte con coraggio e valore, abbattendo numerosi aerei da guerra di Gamilon, tuttavia viene colpita ed è costretta al ritiro. A coprire la fuga dell'astronave ci pensa il comandante Alex Wildstar, che però sacrifica coraggiosamente la sua vita insieme a quella del suo equipaggio, dopo una violenta battaglia con le truppe di Gamilon. Durante la battaglia vedono un aereo che precipita su Marte dove è situata una stazione spaziale terrestre. Su Marte troviamo i cadetti Derek Wildstar (fratello minore di Alex e protagonista della serie) e Mark Venture che vanno a controllare il velivolo. I ragazzi si accorgono che l'aereo non appartiene né ai terrestri né alle truppe di Gamilon e all'interno trovano il corpo di una bellissima ragazza dai capelli biondi, che stringe in mano uno strano congegno. Rientrati sulla terra incontrano il Capitano Avatar che comunica a Wildstar la perdita di suo fratello, ma il ragazzo non perdonerà al capitano il sacrifico di Alex, nonostante l'impossibilità di evitare la sua morte. Derek e Mark portano il congegno trovato su Marte al laboratorio, per farlo analizzare; ed intanto fanno conoscenza con Nova, una bella infermiera, il bizzarro dottor Sein e il robot genio EQ9, che diventeranno i loro inseparabili compagni di viaggio. Il congegno contiene un preziosissimo messaggio che è stato inviato dalla regina Starsha del pianeta Iscandar che invita i terrestri a costruire un motore per astronave ad onde moventi, in grado di giungere entro un anno sul loro pianeta distante 148.000 anni luce dal sistema solare, per ricevere il prezioso cosmo DNA in grado di restituire alla terra il suo antico splendore ed eliminare quindi la radioattività. Il Capitano Avatar da subito l'ordine di progettare il motore ad onde moventi e per costruire la nuova astronave, fa recuperare un'antica nave da guerra giapponese del 21° secolo: la Yamato. A bordo dell'astronave Yamato il Capitano Avatar recluta i migliori uomini della terra, compresi i cadetti Derek Wildstar, Mark Venture, Nova e EQ9. Al fine di salvare la terra, dovranno compiere la difficile missione di giungere sul pianeta Iscandar e rientrare sulla madre terra nel giro di un anno e per questo avranno bisogno di uomini coraggiosi e valorosi, capaci di affrontare le truppe di Gamilon del supremo imperatore Deslok. Gli astronauti della Yamato (che sarà ribattezzata Argo) saranno quindi chiamati "I guerrieri delle stelle" ("Star Blazers" nella traduzione inglese) e grazie alla loro super-astronave dotata di un potentissimo cannone ad onde moventi e i caccia delle Tigri Nere, guidati da Derek Wildstar e Mark Venture, metteranno in seria difficoltà l'esercito spaziale di Gamilon. Per colmare la distanza di 148.000 anni luce, l'Argo deve ricorre ai balzi iperspaziali grazie al motore a onde moventi (questo motore è in grado di portarli in un altra dimensione e farli ricomparire in una zona dello spazio, molto distante dal punto di partenza). Purtroppo non potranno fare più di un balzo alla volta e per fare questo dovranno scegliere un luogo preciso dello spazio, che calcolerà il loro computer di bordo. Da qui è l'inizio dell'odissea degli Star Blazers che affronteranno mille pericoli e difficoltà, per superare l'esercito di Gamilon situato in tanti pianeti della galassia. Approderanno in mondi fantastici e sconosciuti, con popolazioni extraterrestri e battaglie galattiche. A stemperare la drammaticità delle scene ci penseranno il robot genio EQ9, preziosissimo in tantissime situazioni, e lo strampalato dottor Sein, sempre alle prese con i suoi strani esperimenti.

Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato (TV 1)
directors: Leiji Matsumoto, Toshio Masuda
original creator: Leiji Matsumoto
year pr.: 1974-1975
time: 30' ep.-col.
episodes: 26




Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato II (TV 2)
directors: Leiji Matsumoto, Noboru Ishiguro, Toshio Masuda
original creator: Leiji Matsumoto
year pr.: 1978-1979
time: 30' ep.-col.
episodes: 26







Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato III (TV 3)
directors: Leiji Matsumoto, Hiroshi Sasagawa, Noboru Ishiguro
original creator, general concept: Leiji Matsumoto
year pr.: 1980-1981
time: 30' ep.-col.
episodes: 25







Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato (movie 1)
director: Toshio Masuda
original creator, art design: Leiji Matsumoto
year pr.: 1977
time: 130'-col.






Star Blazers: Addio corazzata spaziale Yamato (movie 2)
directors: Leiji Matsumoto, Toshio Matsuda
original creator, conceptual artist: Leiji Matsumoto
year pr.: 1978
time: 151'-col.








Star Blazers: Il nuovo viaggio (movie 3)
director: Toshio Masuda
original creator, script, supervision: Leiji Matsumoto
year pr.: 1979
time: 95'-col.








Star Blazers: Yamato per sempre (movie 4)
directors: Leiji Matsumoto, Toshio Masuda, Tomoharu Katsumata
original creator, script: Leiji Matsumoto
year pr.: 1980
time: 145'-col.








Star Blazers: Yamato - l'ultima battaglia (movie 5)
directors: Leiji Matsumoto, Toshio Masuda, Yoshinobu Nishizaki
original creator, script: Leiji Matsumoto
year pr.: 1983
time: 150'-col.








Big Yamato (OAV)
director: Tomoharu Katsumata
original creator, chief director: Leiji Matsumoto
year pr.: 2004
time: x
episodes: 5







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lunedì 21 settembre 2009

04 - BUTTERFLY SPOTS

ragno

cielo

l'attesa

frizkaz

non sono bruno

red

grasso

stupido fiore

giovedì 17 settembre 2009

14.2 LEIJI MATSUMOTO'S FILMOGRAPHY

Di seguito la filmografia di Leiji Matsumoto. Per comprenderla al meglio potete seguire questo specchietto:
"directors - collaborators, title, year production, time (kind - episodes)"
n.b. la "x" sta per "ignoto" e i "..." indicano continuità.
Per qualunque dubbio potete contattarmi, mediante commento.
  • Hiromichi Matano - Leiji Matsumoto, "Sottomarino Super 99", 2003, x (TV - 13 ep.)
  • Hiroshi Sasakawa - Leiji Matsumoto, "Tyltyl Mytyl e l'uccellino azzurro", 1980, x (TV - 26 ep.)
  • Kazumi Fukushima, Kozo Morishita, Yugo Serikawa - Leiji Matsumoto, "Science Fiction Saiyuki Starzinger", 1978-1979, 23' ep.-col. (TV - 73 ep.)
  • Kazuyoshi Yokota - Leiji Matsumoto, "Cosmo Warrior Zero Gaiden", 2001, 30' ep.-col. (TV 2 ep.)
  • Kazuyoshi Yokota - Leiji Matsumoto, "Maetel Legend - Sinfonia d'inverno", 2000, x (OAV)
  • Kazuyoshi Yokota, … - Leiji Matsumoto, "Cosmo Warrior Zero", 2001, 30' ep.-col. (TV 1 - 13 ep.)
  • Kônosuke Uda - Leiji Matsumoto, "Galaxy Express 999: Fantasia eterna", 1998, 54'-col. (movie 4)
  • Kozo Morishita - Leiji Matsumoto, "Arei's Mirror", 1985, 22'-col. (movie)
  • Leiji Matsumoto, "Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato", 1974-1975, 30' ep.-col. (TV 1 - 26 ep.)
  • Leiji Matsumoto, Hiroshi Sasagawa, Noboru Ishiguro, "Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato III", 1980-1981, 30' ep.-col. (TV 3 - 25 ep.)
  • Leiji Matsumoto, Kazuhisa Takenouchi - Daft Punk, "INTERSTELLA 5555", 2001, 67'-col. (movie)
  • Leiji Matsumoto, Noboru Ishiguro, Toshio Masuda, "Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato II", 1978-1979, 30' ep.-col. (TV 2 - 26 ep.)
  • Leiji Matsumoto, Toshio Masuda, Tomoharu Katsumata, "Star Blazers: Yamato per sempre", 1980, 145'-col. (movie 4)
  • Leiji Matsumoto, Toshio Masuda, Yoshinobu Nishizaki, "Star Blazers: Yamato - l'ultima battaglia", 1983, 150'-col. (movie 5)
  • Leiji Matsumoto, Toshio Matsuda, "Star Blazers: Addio corazzata spaziale Yamato", 1978, 151'-col. (movie 2)
  • Masayuki Akihi - Leiji Matsumoto, "Millennia - La regina dei mille anni", 1982, 121'-col. (movie)
  • Masayuki Kojima - Leiji Matsumoto, "DNA Sights 999.9", 1998, 50'-col. (movie)
  • Nobutaka Nishizawa - Leiji Matsumoto, "Galaxy Express 999", 1978-1981, 30' ep.-col. (TV - 113 ep.)
  • Nobutaka Nishizawa - Leiji Matsumoto, "La regina dei mille anni", 1981-1982, 30' ep.-col. (TV - 42 ep.)
  • Rintaro - Leiji Matsumoto, "Capitan Harlock", 1978-1979, 30' ep.-col. (TV - 42 ep.)
  • Rintaro - Leiji Matsumoto, "Galaxy Express 999: Il Guerriero", 1979, 80'-col. (movie)
  • Rintaro - Leiji Matsumoto, "Addio Galaxy Express 999: Capolinea Andromeda", 1981, 130'-col. (movie)
  • Rintaro - Leiji Matsumoto, "Captain Harlock: Mystery of the Arcadia", 1978, 34'-col. (movie)
  • Rintaro - Leiji Matsumoto, Yoshiaki Kawajiri, "Capitan Harlock: Odissea Infinita", 2002, 30' ep.-col. (OAV - 13 ep.)
  • Shin-ichi Masaki - Leiji Matsumoto, "Space Symphony Maetel - Galaxy Express 999 Outside", 2004, 24' ep.-col. (TV - 13 ep.)
  • Soichiro Zen - Leiji Matsumoto, "Gun Frontier", 2002, x (TV - 13 ep.)
  • Tomoharu Katsumata - Leiji Matsumoto, "Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza", 1982, 130'-col. (movie 2)
  • Tomoharu Katsumata - Leiji Matsumoto, "Big Yamato", 2004, x (OAV - 5 ep.)
  • Tomoharu Katsumata - Leiji Matsumoto, "Il robot planetario Danguard Ace", 1977-1978, 30' ep.-col. (TV - 56)
  • Tomoharu Katsumata, Masamitsu Sasaki - Leiji Matsumoto, "Capitan Harlock SSX: Rotta verso l'infinito", 1982-1983, 30' ep.-col. (TV 2 - 22 ep.)
  • Toshio Masuda - Leiji Matsumoto, "Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato", 1977, 130'-col. (movie 1)
  • Toshio Masuda - Leiji Matsumoto, "Star Blazers: Il nuovo viaggio", 1979, 95'-col. (movie 3)
  • Yoshiaki Kawajiri, Takashi Imanishi, Ryousuke Takahashi - Leiji Matsumoto, "The Cockpit", 1993, 30' ep.-col. (OAV - 3 ep.)
  • Yoshio Takeuchi - Leiji Matsumoto, "Harlock Saga - L'Anello dei Nibelunghi, l'oro del Reno", 1999, 25' ep.-col. (OAV 1 - 6 ep.)
  • Yuji Asada - Leiji Matsumoto, "Queen Emeraldas", 1998, 30' ep.-col. (OAV - 4 ep.)
  • Yukio Nishimoto - Leiji Matsumoto, "Storie delle ferrovie galattiche", 2003-2004, 24' ep.-col. (OAV - 26 ep.)

martedì 15 settembre 2009

14.1 LEIJI MATSUMOTO

Akira Matsumoto, in arte Leiji, è probabilmente il mangaka vivente più importante e più prolifico, secondo solo al leggendario e "mai"pianto Tezuka.
Questi nasce il 25 Gennaio del 1938 a Kurume e si dedica fin da giovanissimo al disegno, vincendo a soli 15 anni un concorso che gli permette di pubblicare il suo primo lavoro, "Le avventure di un'ape", sulle pagine del magazine Manga Shonen. Ha così inizio la sua lunga carriera artistica, che prima di raggiungere il culmine con i tanto amati fumetti di fantascienza "Capitan Harlock", "Galaxy Express 999" e "Star Blazers" e con l'avvento del Leijiverse (-universo infinito- in cui i personaggi matsumotiani si alternano nei vari "anime"), farà il suo esordio iniziando a lavorare in degli shojo manga (fumetti per ragazze), con i quali attira l'attenzione del pubblico.
Pubblico che crescerà in maniera esorbitante con lo sbarco dell'"Alkadia" e del "Galaxy Express" sulle TV giapponesi... e il merito di ciò va alla perfetta trasposizione grafica di Rintaro (di cui abbiamo già parlato in lungo e in largo).
Ma a Leiji non basta questo per essere annoverato anche tra i più grandi di sempre dell'animazione del Sol Levante, e per tanto decide di contribuire nel 1980 alla realizzazione della serie televisiva "Tyltyl Mytyl e l'uccellino azzurro", tratta da un racconto dello scrittore e Premio Nobel belga Maurice Maeterlinck; dal 1974 al 1983 alla regia della versione animata della sua saga "Star Blazers: La corazzata spaziale Yamato" (a cui per altro deve il nome la più longeva casa di distribuzione di "anime" in Italia, la Yamato Video); e per concludere, nel recente 2001, fa ai Daft Punk (che potete trovare anche tra i frames di Vision) il più bel regalo di sposalizio cine-musicale che potessero mai ricevere, dirigendo interamente "INTERSTELLA 5555", espressione di un arte nuova, in cui il tratto romantico-barocco di Leiji Matsumoto si fonde con la techno-music dei poeti parigini.

Curiosità: "Leiji" in kanji richiama graficamente il disegno degli "Zero", i caccia giapponesi della Seconda guerra mondiale, gli stessi che verranno infine utilizzati dai piloti kamikaze... e questo vuole essere da parte di Akira Matsumoto un tributo al suo defunto padre, pilota di uno "Zero".

lunedì 14 settembre 2009

COSTANZA - SONIC DIARY

...ed oggi, cari lettori, voglio segnalarvi l'ultima macchia electro-music degna di essere stampata tra i video-chip parassiti di Vision... sto parlando di Costanza e del suo primo album "Sonic Diary"...

Costanza Francavilla, cantautrice, cantante e chitarrista romana, inizia la sua carriera musicale con gli Ethnia, da lei stessa fondati, e prosegue come solista verso l’elettronica trip-hop. Agli inizi del 2000, una delle prime registrazioni di Costanza (che nel frattempo si è spostata a Londra) capita nelle mani di Tricky; il gotha del trip-hop ne resta talmente impressionato che decide di impiegarla nel suo album del 2003, “Vulnerable”. Così lanciata, Costanza pubblica il suo primo Ep, “Zerokilled”, da lei interamente composto, suonato e prodotto, e si fa conoscere in sede live tramite svariate partecipazioni a festival in tutta Europa (nonché con il suo personale apporto a colonne sonore per serie TV di successo). Nel primo album su lunga distanza, “Sonic Diary”, di nuovo prodotto sotto la sua egida (ma sotto la sigla Zerokilled, comprensiva di collaboratori rodati), la cantante ha modo di esprimersi in lungo e in largo in una sorta di “concept di bordo” sulle esperienze fin qui raccolte.
Al lato musicale, l’autrice mostra di prediligere ambientazioni rarefatte in uno stile prossimo a quello di Emiliana Torrini. La triade iniziale imposta uno schema piuttosto comune, tanto r’n’b notturno (“Just Another Alien”) quanto downtempo stratificato (“I've Been Waiting For You”), o Ebm digitale-atmosferico impreziosito da tocchi che imitano un theremin (“I Am Ready”). La versione strumentale di “Babilon Dream” accorpa una chitarra gotica in loop e palpiti dissonanti al limite della new age, ma è soprattutto in “50 Bullets Fired In Queens”, con canto raga riverberato circondato da armonie fantasmagoriche e ritmo jungle caotico, che i canoni si fanno da parte ed emerge la personalità.
Allo stesso modo, “Promises” e “In The Sun” - le tracce più deboli - mostrano elementi stilistici ben più veniali, dalle citazioni etniche agli arrangiamenti per semplice bordone d’archi. Il contrasto tra livelli sonori di produzione (solfeggio minimale-ambientale, vagiti robotici Kraftwerk-iani, vocalizzi d’avanguardia) funziona di più in “Where Have You Been” e nella più incalzante “Back Into My Mother's Womb”, contesa tra dark-wave e dream-pop d’altri tempi, il cui intermezzo sospensivo supera di quel tanto il clichè del revival. “God's Gonna Cut You Down”, forse il momento più coraggioso, crea una specie di ponte di comunicazione tra l’electroclash, il pop vitalistico di Belinda Carlisle e i Pizzicato Five più stilosi, mentre “Burqa” apre su un tintinnio che lancia un cupo battito dub in bassa definizione adornato da trilli ermetici del piano, laddove il canto (pure in falsetto) si fa anche più anemico. Nel neo-soul di “Medicine” compare la chitarra (non campionata), il suo strumento, in chiave minore.
Dopo aver toccato il suo punto più basso con la noiosa cover de “I tuoi occhi sono pieni di sale” di Rino Gaetano, Costanza supera di gran lunga tutto quanto realizzato fino ad ora con “Coming Home” (l’extra di chiusa), una suite cinematica di 13 minuti fulgida d’ispirazione. Dopo un gorgoglio cacofonico in loop, appaiono rintocchi analogici nel silenzio più assoluto; dal nulla emerge un rhodes dissonante che intona una melodia appesa, cui si affianca un contrappunto liturgico. Il tutto è interrotto da un ticchettio enigmatico che presto muta in dub fumosa e, a sua volta, in psicotica techno alla Underworld. Da qui inizia un crescendo di selvaggi suoni cacofonici che degenera di secondo in secondo; repentino è poi il ritorno al primo tema, con sospensioni elettroniche e voce di sirena, ma un altro strato di dissonanze ispira nuovi colpi violenti di drum machine su di una suspense misteriosa. Il finale espone ancora un trip-hop eretico fatto di campioni, tagli e inondazioni drone, e finalmente rilascia l’intenso canto di Costanza a dominare maree di timbri elettronici.
Il mood prettamente scarno e gli arrangiamenti spesso timorosi non rendono molto il senso del disegno globale; anche se ogni brano reca un sottotitolo programmatico (“To My Love”, “To Our Star”, “To The Kids”, e così via), discutibili, e non davvero compositi, sono gli sbalzi di contesto. Piuttosto le plurime ambizioni contribuiscono a farla mordace: letterarie, cantautoriali, pittoriche, perfino civili (mai indignate, né esacerbate) e colte. “I tuoi occhi sono pieni di sale” è a cura di Riccardo Sinigallia; anche “Promises” è una cover (Fugazi). “Babilon Dream” era in origine un duetto con lo stesso Tricky. “Coming Home” fa parte della colonna sonora di “While She Was Out”, della scozzese Susan Montford, con Kim Basinger come protagonista.

di Michele Saran

domenica 13 settembre 2009

03 - BUTTERFLY SPOTS

ed eccoci alla terza puntata...

cioccolate

aratri



volatile volubile

non ho assistenti

indolor

venerdì 11 settembre 2009

13.11 ALEXANDER

"Cronache di guerra di Alessandro il Grande" ["Alexander Senki"] è una serie TV diretta nel 1999 da Yoshinori Kanemori, con la partecipazione dell'animatore americano, di origini sudcoreane, Peter Chung ("The Animatrix").
L'"anime", costituito da 13 episodi, è tratto dal romanzo di Hiroshi Aramata ed è ispirato alle gesta del più grande conquistatore di tutti i tempi: Alessandro Magno.
Del 2000 è invece il lungometraggio animato "Alexander: The Movie", diretto da Rintaro, sempre con il character design dell'animatore americano, che ancora una volta mette in mostra il suo inconfondibile stile anticonformista.

Macedonia, 356 a.C. La regina Olimpiade, sacerdotessa di un oscuro culto votato all'apocalisse, dà alla luce un erede maschio al consorte Filippo II. Sul futuro di quel bambino grava però una tremenda profezia: un giorno egli sarà responsabile della distruzione del mondo. Diciotto anni dopo, Filippo è ormai sul punto di riunificate le città elleniche sotto la sua sicura guida, per volgersi quindi alla conquista della Persia. Ma il destino del giovane principe Alessandro comincia a mettersi in moto. Tra congiure di palazzo e dissidi famigliari, il futuro dominatore del mondo si troverà ad affrontare il dilemma fondamentale della sua esistenza: conquistare per distruggere, come vorrebbe sua madre, o conquistare per governare, come vorrebbe il suo maestro Aristotele? Fine o inizio? Ordine o caos?

Cronache di guerra di Alessandro il Grande (TV)
director: Yoshinori Kanemori
producer: Rintaro
character design, art director: Peter Chung
year pr.: 1999
time: 30' ep.-col.
episodes: 13







Alexander: The Movie (movie)
directors: Rintaro, Yoshinori Kanemori
producer: Rintaro
character design: Peter Chung
year pr.: 2000
time: 90'-col.








trama from Dvd.it

13.10 BATTLE ANGEL ALITA

"Battle Angel Alita" ["Tsutsu Yume Gunnm"] è un manga di 9 tankoubon, pubblicato dal 1990 al 1995 sulla rivista "Business Jump".
L'opera, creata da Yukito Kishiro, non è altro che l'inizio di una lunga saga destinata a durare ed a far appasionare migliaia di ragazzini; i prodotti che vedono come protagonista la bella cyborg comprendono, in totale, quattro manga, una serie OAV di soli due episodi e un "live-action movie", diretto da James Cameron, la cui uscita è prevista per il prossimo 2011.
L'"anime" doveva originariamente comprendere più episodi ma visto lo scarso successo raggiunto in patria e all'estero, i produttori misero fine a questa serie che, per dirla tutta, non mi ha certo entusiasmato più di tanto, anche per quanto riguarda i disegni e le animazioni: molto scarse e superficiali.

"ALITA" è sostanzialmente un'iperfuturistica visione della società moderna, dove tutti gli spettri del "progresso" e delle sue distorsioni confluiscono in una rielaborazione tanto viva ed estrema quanto terrificante. Il connubio uomo-macchina, narrato nelle sue pagine, vi darà l'occasione di riflettere sulla vera natura dell'uomo, perché è di umanità che parla questa storia. Dai tempi di Frankestein, o Il Moderno Prometeo di Mary Shelley, numerosi sono stati i tentativi di raccontare il mito della creazione. Numerosi sono stati gli autori che hanno narrato storie di carne e metallo, di anima e microchip e poco sembrerebbe ormai da dire a riguardo.
Yukito Kishiro, ve ne accorgerete voi stessi, vi convincerà del contrario.
(tratto dal 1° volume di "ALITA", articolo di Gianluca Bevere)

Battle Angel Alita (OAV)
director: Hiroshi Fukutomi
supervision: Rintaro
year pr.: 1993
time: 35' ep.-col.

13.9 IL VENTO DELL'AMNESIA

"Il vento dell'Amnesia" ["Kaze no Na wa Amnesia"] è un lungometraggio animato tratto dall'omonimo racconto di Hideyuki Kikuchi, scrittore di "Vampire Hunter D", "Demon City Shinjuku" e "La città delle bestie incantatrici" (prossimamente tra i frames di Vision).
L'"anime" è diretto da Kazuo Yamazaki e vede la partecipazione di due grandi dell'animazione nipponica: Rintaro, come supervisor, e Yoshiaki Kawajiri, come supervisor e screenplayer.

1997: uno strano vento soffiò sulla Terra facendo perdere la memoria a tutto il genere umano. Tutto ciò che era stato imparato, tutto quello che gli uomini avevano conquistato durante la loro evoluzione venne dimenticato. La loro memoria fu cancellata. Dimenticarono ogni cosa che apparteneva a loro: la musica, la pittura, la scienza, i loro famigliari, il proprio nome. Dimenticarono come usare le macchine e qual'era il loro scopo. Non si sa quale sia stata la causa.
America: in una cittadina del Montana un ragazzo di nome Johnny, sottoposto ad un esperimento di memoria avanzata, è l'unico a non aver perso la memoria, grazie ad un computer impiantato nel suo cervello. Johnny trova un ragazzo che vaga senza memoria e gli insegna tutto quello che sa... dandogli il nome di Wataru. Dopo la morte di Johnny, Wataru si mette in viaggio per visitare le città più grandi e per vedere cos'è rimasto di ciò che gli uomini avevano costruito e imparato.
San Francisco, 1999: cercando di sfuggire ad un robot impazzito, Wataru incontra Sophia, una misteriosa ragazza che stranamente non ha perso la memoria. Sophia è diretta verso New York e Wataru decide di accompagnarla. Assieme attraverseranno quelli che un tempo erano gli Stati Uniti, incontrando diverse persone che sopravvivono in questa nuova civiltà e cercando di insegnare loro un modo di vivere dimenticato da tutti. Alla fine di questo lungo viaggio Wataru svelerà il mistero che avvolge la sua compagna di viaggio e scoprirà la causa dell'amnesia che ha colpito il mondo.

Il vento dell'Amnesia (movie)
director: Kazuo Yamazaki
screenplay: Yoshiaki Kawajiri
supervision: Rintaro, Yoshiaki Kawajiri
year pr.: 1990
time: 80'-col.







trama from Jappop

SI "RI"TORNA A STUDIARE

E' tempo di scuola, e lo studio bisogna prenderlo fin da subito con le buone maniere: senza farlo agitare, ma coccolarlo tra la mente e le mani; quindi è per ovvi motivi che di questi tempi i posts scarseggiano e scarseggeranno sempre più con il tornare tra i banchi mercoledì 16 Settembre...

...ma oggi la giornata sarà focosa, perché a breve spunteranno tre posts che faranno felici i miei lettori!!!

domenica 6 settembre 2009

13.8 LA SPADA DEI KAMUI

"La spada dei Kamui" ["Kamui no Ken"] è un lungometraggio animato tratto da un romanzo di Tetsu Yano, diretto e prodotto da Rintaro con Yoshiaki Kawajiri nel ruolo di animatore chiave.
L'"anime" è di livello discreto (per qualità grafica e tecnica) e presenta una trama abbastanza complicata che ruota attorno a ninja tipici dell'impero nipponico in decadenza politico-militare.
Insomma un prodotto non eccellente, ma che fa parte del repertorio rintariano.

Jiro è un ragazzo che vive tranquillo in un villaggio dell’isola di Hokkaido, finché la sua madre adottiva e sua sorella non vengono uccise da un assassino. La comunità accusa lui del duplice omicidio, e il ragazzo scappa via portando con sé solo la spada ereditata dal suo vero padre. Durante la fuga s’imbatte nel monaco Tenkai e nei suoi shinobi.
Dopo averlo indotto ad uccidere il suo vero padre Tanoza, facendogli credere che fosse lui il colpevole dei delitti, Tenkai prende Jiro con sé addestrandolo nelle arti marziali.
Una volta cresciuto, il ragazzo viene inviato in un villaggio Ainu, il luogo dove vive la sua vera madre e dove lui stesso è nato, nella speranza che scopra il segreto di un favoloso tesoro nascosto secoli prima da un famoso pirata. Anche la madre però viene uccisa (da un ninja agli ordini di Tenkai), e Jiro si rifugia allora presso un vecchio che lo aiuta a decifrare gli enigmi che conducono al tesoro.
Sempre braccato dagli shinobi del monaco e dalla sorellastra Oyuki, Jiro giunge infine in America e trova il tesoro, riportandolo in Giappone e consegnandolo all’esercito imperiale che si batte per rovesciare la fazione dei Tokugawa, per cui parteggia invece Tenkai; infine i due giungono alla sfida risolutrice.

La spada dei Kamui (movie)
director, producer: Rintaro
key animation: Yoshiaki Kawajiri
year pr.: 1985
time: 132'-col.









trama from Anime mundi

13.7 HARMAGEDON - LA GUERRA CONTRO GENMA

"Harmagedon - La guerra contro Genma" ["Genma Taisen"] è un "anime" diretto nel 1983 da Rintaro, con la partecipazione di Katsuhiro Otomo come character designer.
Il lungometraggio è basato su un romanzo di K. Hirai ed è un prodotto animato che ben dimostra come negli anni '80 si presentava il genere fantascientifico in Giappone: con ottimi disegni e musiche entusiasmanti, ma con una realizzazione tecnica non impeccabile.

“Scompaiono…Le stelle e i pianeti…uno dopo l’altro…scompaiono. Oltre la metà di tutte le stelle è ormai svanita. Le galassie si spengono…Tra non molto, anche la nostra verde terra finirà con l’essere avvolta dall’oscura notte dell’entropia…”.
Genma, un’inarrestabile forza cosmica di distruzione, minaccia di inghiottire la Terra e tutti gli esseri viventi che la abitano.
A difenderla, soltanto un pugno di "esper" (persone dotate di poteri paranormali) che dovranno superare le proprie paure e attingere alla forza custodita in fondo ai loro cuori per opporsi all’annullamento definitivo.
Protagonista della storia è l'insicuro Jo Azuma, che prima di arrivare allo scontro finale che deciderà le sorti dell'intero pianeta (e universo) dovrà affrontare una serie di prove che forgeranno il suo animo, rendendolo più forte e motivato a combattere...

Harmagedon - La guerra contro Genma (movie)
director: Rintaro
character design: Katsuhiro Otomo
year pr.: 1983
time: 131'-col.








trama from Anime Revenge

02 - BUTTERFLY SPOTS

ed ecco nuovi disegni di Toni...

come l'oro

























































concorso



















l'attesa



















rancido



















calma