giovedì 21 maggio 2009

BAUSTELLE

La seconda pausa del lungo viaggio alla scoperta dell'animazione [vedi qui] riguarda i Baustelle.

I Baustelle si formano all'incirca nel 1994, a Siena, come classica formazione di studenti universitari che condividono la passione per la musica.
L'anima del gruppo, colui che scrive le canzoni nonché il frontman, è Francesco Bianconi, talentuoso ragazzo toscano con la passione per i grandi compositori pop degli anni 60 (Burt Bacharach, Phil Spector, ma anche Serge Gainsbourg, George Brassens e Jacques Brel, per non parlare degli italiani Fabrizio De André, Piero Ciampi e Armando Trovajoli). Gli altri membri sono Rachele Bastreghi come importante seconda voce femminile, Fabrizio Massara come arrangiatore elettronico e tastierista, e Claudio Brasini come chitarrista. La sezione ritmica non resterà mai uguale nella storia della band, senza peraltro mai mancare all'appello.
Dopo i canonici Ep che non si fila nessuno, nel 2000 i Baustelle autoproducono il primo album, "Il Sussidiario Illustrato Della Giovinezza", scritto da Bianconi e arrangiato insieme con la band. Come il titolo tradisce, si tratta di un album molto particolare, quasi un concept, che raccoglie canzoni espressive di un'adolescenza romantica, tormentata, spiritosa e tutta italiana. Da subito sono chiare le potenzialità del gruppo: il grande talento compositivo di Bianconi si esprime in ottime canzoni pop, capaci di essere sia coinvolgenti e aggressive sia intensamente romantiche, sommandosi a una liricità più unica che rara, fatta di testi borghesi, visionari e bizzarri, e riferimenti a tutto tondo ("se con gli altri balli il twist/ se con gli altri prendi il trip"), e alla notevole interpretazione delle voci impostate di Bianconi e della Bastreghi.
I loro duetti piacciono così tanto che la fama dei Baustelle fa il giro del paese quasi solo col passaparola, e il "Sussidiario" diventa vero disco di culto per una generazione che non si ritrova più nelle classifiche nazionali, e cerca nella musica indipendente i suoi soli ascolti in lingua italiana.
Il "Sussidiario" è in effetti un album incredibilmente fresco, ispirato, ricco tanto di idee geniali come "La Canzone Del Parco", "Cinecittà", o "Il Musichiere 99", quanto di potenziali singoli rockeggianti come "Le Vacanze dell'83", "Gomma" o "La Canzone del Riformatorio". Sono proprio gli scarsi mezzi di produzione a dargli un suono lo-fi, spolverato di elettronica retrò, la cui spontaneità fa letteralmente innamorare ascoltatori e critici, anche se i Baustelle rimangono un fenomeno totalmente underground.
Il successivo "La Moda Del Lento" arriva nel 2003, in un momento in cui il gruppo è molto slegato, complici difficoltà economiche e inquietudini per il futuro. I Baustelle riescono comunque a farsi produrre dalla Bmg un disco dall'artwork accattivante e dai suoni ancora più accattivanti. Meno chitarre elettriche, più sottigliezze elettroniche e atmosfere cinematografiche retrò, fatte di moog e theremin, per un pop assai più raffinato, che Bianconi definisce come "un bel frullato di Kraftwerk, disco-music, Celentano, Blondie, Piero Ciampi e Trovajoli". Rispetto al "Sussidiario" questo secondo disco è meno spontaneo, ma più ricercato e sicuramente non meno bello. "La Moda Del Lento" vanta pezzi ambiziosissimi come "Beethoven o Chopin" e "Mademoiselle Boyfriend", senza peraltro rinunciare a quelle fantastiche melodie catchy di "Arriva Lo Ye-Ye", "Rèclame" o "La Canzone di Alain Delon", che restano e resteranno il punto di forza della formazione.
"La Moda Del Lento" va ricordato, oltre che per gli insuperati testi di Bianconi, per i contributi compositivi di tutta la band, e il bel lavoro sui suoni di Massara in un disco che si permette lunghe parti strumentali (ad esempio quella di "Love Affair"), soprattutto per il chiaro intento dei Baustelle di uscire dall'ambito indie e prendere invece a modello lo storico pop melodico italiano, senza rinunciare a un suono che rimane molto, molto personale. Anche questa seconda prova riscuote un buon successo di critica, il gruppo dimostra di non ripetersi e di avere enormi potenzialità, ma il grande pubblico sembra ancora lontano.
Le cose cambiano quando a fare un'offerta a Bianconi e compagni è la Warner Records: forte di un budget che gli consente di produrre un disco come ha sempre desiderato, Bianconi registra "La Malavita" a Torino, servendosi di un'orchestra sinfonica e moderne tecnologie di mixaggio e filtraggio dei suoni. Il risultato è nulla di più lontano dal ruvido "Sussidiario", e il vecchio pubblico che sotto la doccia canticchia ancora "Le Vacanze dell'83" si ritrova con un disco maturo, serio, e soprattutto con un singolo che passa alla radio. I Baustelle si inseriscono nella tradizione melodica italiana con un pop chitarristico molto saturo di suoni, e raggiungono l'agognata celebrità. Il prezzo è la dipartita di Massara, e forse anche di parte dei vecchi fan. Ma il marchio di qualità Baustelle non manca e il talento di Bianconi regala ottime canzoni come "Il Corvo Joe", "La Guerra E' Finita" e "Un Romantico A Milano". Lontano dalla romantica naturalezza del "Sussidiario" e dalle sofisticatezze elettropop de "La Moda Del Lento", "La Malavita" è, secondo Bianconi, il miglior disco dei Baustelle, nonostante canzoni non sempre indimenticabili e una produzione che appesantisce molto gli arrangiamenti. Può essere considerato un passo falso, ma non un passo indietro.
Nel febbraio 2008 esce, sempre per la Warner, "Amen", un disco che conferma il new deal dei Baustelle verso il pop, gli arrangiamenti importanti e la produzione elaborata. E' forse il disco della maturità della band, che perde per strada un altro membro (il batterista Claudio Chiari) e diventa così un trio, ed è certamente ad un livello compositivo superiore rispetto a "La Malavita". In "Amen" ritroviamo l'inconfondibile zampata art-pop-rock di Francesco Bianconi, ma anche la seconda voce Rachele Bastreghi contribuisce con pezzi come "L'areoplano" e "Dark Room", avvicinando ancor più i Baustelle alla tradizione melodica pop del belpaese. Nonostante i numerosi riempitivi e qualche momento da dimenticare ("L'uomo del secolo") il disco è movimentato, ricco di singoli accattivanti e potenziali candidati ad un ipotetico "best of" della band ("Baudelaire", "Antropophagus", "Alfredo").

di Veronica Rosi

Discografia:

Albums
2000 - Sussidiario illustrato della giovinezza (Baracca e Burattini)
2003 - La moda del lento (Mi-Mo/Venus)
2005 - La malavita (Warner)
2008 - Amen (Warner)

Singles
2003 - Love affair
2004 - Arriva lo ye-ye
2005 - La guerra è finita
2006 - Un romantico a Milano
2008 - Charlie fa surf
2008 - Colombo
2008 - Baudelaire
2009 - Piangi Roma

Videoclips
2001 - Le vacanze dell'83
2003 - Love affair
2004 - Arriva lo ye-ye
2005 - La guerra è finita
2006 - Un Romantico a Milano
2008 - Charlie fa surf
2008 - Colombo
2008 - Baudelaire

6 commenti:

  1. ciao e grazie della visita;
    a presto

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  2. certo, sono una delle mie bands preferite;
    ciao e a presto

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  3. Hi visto che ti sei unito ai lettori fissi del blog delle Dominatrici dell'Universo. Ti ringrazio e vedrò di metterti tra i link dei miei amici, anch'io adoro il cinema d'animazione e la musica "indipendente"

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  4. ciao Paolo, abbiamo delle passioni in comune...
    grazie della visita, a presto

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