Cortometraggi [2]
- il conflitto tra la simulacralità dell’uomo, costretto a soccombere alla feroce vitalità degli oggetti, si evince da "Picknick mit Weissmann" ("Picnic with Weissmann") [1968] e "Zvahlav aneb Saticky Slameného Huberta" ("Jabberwocky") [1971]
- "Tichý Týden v Dome" ("A Quiet Week in the House") [1969]
- "Kostnice" ("The Ossuary") [1970]
- "Don Sanche" ("Don Juan") [1970]
- gli omaggi alla letteratura gotico-romantica e orrorifica, da "| Otrantský Zámek" ("Castle of Otranto") [1977], liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Horace Walpole ai poeiani "Kyvadlo, Jáma a Nadeje" ("The Pit, the Pendulum and Hope") [1983] e "Zánik Domu Usheru" ("The Fall of the House of Usher") [1981]; anche se in in ogni opera di Švankmajer è trasfuso ed è palpabile l’influsso di letterati quali Lautréamont e il marchese De Sade.
n.b. da non dimenticare la compagna del regista, Eva Švankmajerová, talentuosa pittrice e sua collaboratrice in numerosi corti nonché lungometraggi quali "Alice" e "Faust".
trame from Alphabet City
Jabberwocky è sul podio dei miei miti svankmajeriani, continua a stregarmi.
RispondiEliminaNon puoi capire l'emozione di vedere rappresentati racconti di Poe dal maestro, due mie passioni unite.
Kostnice mostra un luogo già "artistico" reso ancora più esplicativo, da seguire con il giusto spirito.
occhio...
RispondiElimina...i corti poeiani di Svankmajer sono tutti fantastici!!!
a presto...
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Madison
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